Una vista infallibile: come pescare le seppie con la tecnica a scarroccio
Quando fa freddo la presenza di cefalopodi, seppie in primis, è una costante e la possibilità di insidiarle e realizzare carnieri di tutto rispetto fa sì che i pescatori si cimentino nella tecnica a scarroccio.
Analizziamo alcuni aspetti tecnici che possono fare la differenza in ogni uscita di pesca.
COME TI GUARDO
Guardando con attenzione il nostro avversario, risaltano i suoi occhi grossi e luminescenti, posti sui lati della testa per scrutare con cura sia i predatori che le eventuali prede.
Chi qualche volta ha perso qualche seppia appena sotto la murata della barca ed ha immediatamente ricalato la totanara, ha potuto osservare come il cefalopode scruti con attenzione l’artificiale, sferrando l’attacco in un momento ed in un punto preciso.
Nel caso in cui in acqua ci siano due totanare di colore diverso, sarà facile notare come la seppia attacchi sempre quella del colore che l’ha attratta la prima volta.
Ciò significa che, con una vista così acuta, la seppia vede perfettamente cos’ha di fronte. Si lascia sedurre solo quando il mix tra colore dell’artificiale e luce riesce a trarla in inganno.
MOVIMENTO LENTO
Oltre ad un colore giusto, indubbiamente anche il movimento della totanara dovrà essere “calibrato”.
È riduttivo pensare, infatti, che basti calare un artificiale colorato e lasciarlo ballonzolare sul fondo, per portare via seppie ad ogni calata.
Da una parte, in alcune condizioni meteo marine, anche la canna lasciata con l’artificiale al fondo può essere catturante, ma dall’altra esiste una vera e propria tecnica, fatta di movimento: calare, tirare e ferrare quando il cefalopode è a tiro di artificiale.
Il buon pescatore manderà, quindi, l’artificiale a fondo.
Appena sentito il piombo che poggia a terra, inizierà lentamente a sollevare l’artificiale portando la canna verso l’alto, per pochi cm, per poi far riscendere immediatamente il piombo ed attendere che la totanara con il suo stesso peso, arrivi a fondo.
Non appena la lenza tenderà ad andare in diagonale, sarà necessario ridare filo e riguadagnare il fondo. Solo in questo modo si potranno portare gli artificiali a tiro di seppia.
LA SCELTA DELL’ATTREZZATURA
Attrezzarsi al meglio non vuol dire solo acquistare totanare di tutti i colori da tenere in borsa.
Partiamo con il dire che una canna specifica, con una cima sensibilissima ed un’azione parabolica, facilità notevolmente il compito. Se poi la abbiniamo ad un mulinello rotante di piccole dimensioni, caricato con del dynema dello 1.0 o 0.8, riusciremo a guadagnare il fondo con zavorre minime, garantendoci di sentire il tocco delle seppie.
Per quanto riguarda la scelta delle totanare bisogna tener presente la tipologia di pesce foraggio presente nella zona di pesca. Dobbiamo, poi, cercare con i colori naturali di avvicinarsi il più possibile ai pesci presenti in zona.
Per quanto riguarda invece i colori fluo, il rosa e l’arancio fanno da padroni nelle giornate molto soleggiate.
Le zavorre variano da 50 a 100 gr. Meglio se rivestite di guaina gommata bianca, indispensabile per attirare l’attenzione dei cefalopodi.
A bordo, invece, non dovranno mancare un buon guadino a maglie sottili ed un’ancora galleggiante indispensabile nelle giornate di forte vento o corrente.
DOVE TI TROVO
Generalmente i cefalopodi amano stazionare sulle praterie di posidonia e fango, o nei pressi delle cigliate, dove riescono a rifugiarsi dai predatori mimetizzandosi tra i fasci d’alga e la sabbia.
La profondità varia dai 20 ai 50 metri, ma si hanno notizie di seppie e calamari catturati anche a 80 metri.
Ovviamente, all’aumentare della profondità aumenteranno i problemi nel sentire la mangiata e nel riuscire a ferrare le prede.