La passione vien trainando
Il profumo dell’estate fa sbocciare un qualcosa di magico in ognuno di noi tanto più nel pescatore che, complice la brezza del mare, si fa tentare dalla voglia di sfogare la sua passione tentando la cattura di qualche preda di taglia extra large. E’ il caso della traina col vivo dove ogni particolare gioca un ruolo importante per raggiungere il risultato finale.
TROVARE L’ESCA
Non in tutti gli spot è così semplice trovare l’esca viva da poter trainare, c’è bisogno di conoscenza del luogo e delle abitudini dei pesci esca. Un’attenta occhiata alla carta nautica o alla cartografia presente sullo strumento a bordo ci indirizzerà subito verso quelle zone che potrebbero nascondere i banchi di sugherelli e alacce, veri e propri bocconcini per i predatori. I più fortunati invece, soprattutto nelle isole, potranno già contare sui primi calamari e qualche seppia da catturare in scarroccio tra la posidonia e le distese di sabbia dove amano cacciare le loro prede.
Un buon ecoscandaglio multifunzione in questa fase si rivelerà fondamentale per evitare di perdere metà del tempo nella ricerca dell’esca e destinarlo quindi alla traina nell’hot spot prescelto per la giornata di pesca. Se siamo a caccia di sugherelli e affini bisognerà dotarsi di una canna da bolentino o spinning medio leggero e di un ottimo sabiki piombato con una sfera da almeno 50 grammi, questo assetto permetterà di evitare eventuali garbugli della lenza nei casi di catture multiple. Una volta pescati almeno una ventina di pezzi, se non abbiamo grosse aspettative in termini di quantità di catture e se sullo spot non saranno presenti pesci serra, potremo indirizzarci verso la zona di pesca preparando l’attrezzatura e i finali lunghi che serviranno ad insospettire il meno possibile i predatori.
LO SPOT
Spesso le grandi catture si fanno anche in pochissimi metri d’acqua, è il caso infatti della traina col vivo alla leccia amia che spesso si pratica alla foce dei fiumi o all’imboccatura dei porti (dove possibile) regalando quelle emozioni quasi indescrivibili da condividere con i compagni di pesca. L’orario da preferire sono sicuramente le prime luci dell’alba così come le ultime che separano il tramonto dalla notte dove l’attività dei pesci sarà più frenetica e se avremo tenuto conto di tutti i passaggi da seguire la cattura non tarderà ad arrivare. Una volta giunti sullo spot l’azione di pesca può svolgersi anche con più attrezzi, solitamente due, che si alterneranno scandagliando diverse fasce di mare. Nel caso dell’assetto a due canne si partirà calando la canna piombata e quindi, dopo aver filato il finale, si procederà con l’attaccatura del piombo a sgancio rapido per poi filare una quantità di filo sufficientemente lungo da far lavorare l’esca al meglio. Terminata questa operazione si procederà a calare la canna di superficie, stesso procedimento ma senza collegare alcun piombo in modo che l’esca possa lavorare esattamente sotto il pelo dell’acqua.
ELETTRONICA IN PESCA
L’elettronica gioca un ruolo fondamentale nella traina col vivo in quanto permette al pescatore di capire esattamente ciò che succede sotto la barca e, perché no, anche intorno. E’ il caso del sonar 360 Imaging di Humminbird che, come un radar subacqueo, scandaglia un tratto di mare intorno alla barca con un raggio massimo di 120 metri per una profondità di oltre 60 metri. Questo permette non solo di capire la conformazione del fondo ma di vedere con largo anticipo la direzione di eventuali predatori o banchi di pesce foraggio consentendo al pescatore di modificare la rotta per avvicinarsi il più possibile al target e avere una chance in più di cattura. Il sonar 360 di Humminbird sostanzialmente lavora come un radar da barca permettendo però, grazie all’utilizzo di frequenze molto alte, di avere un chiaro riscontro di cosa abbiamo sul fondo e intorno all’imbarcazione. In questo modo sarà estremamente facile riconoscere una franata di scogli piuttosto che un fondale sporco da detriti o un banco di pesci che ci indicherà la giusta via verso una sicura ferrata.