Aleksandra Orescanin: la vincitrice del Young Designer of the Year 2025
Abbiamo intervistato Aleksandra Orescanin, la giovane vincitrice del premio BOAT International Young Designer of the Year 2025 in collaborazione con Feadship.
Nata dove il mare è lontano e “i leoni sono molti, ma gli yacht non altrettanti”, Aleksandra Orescanin sviluppa un interesse per lo yacht design quando per la prima volta visita il Dubai International Boat Show. Oggi la sua visione unisce innovazione, funzionalità ed eleganza, e, tra collaborazioni con studi internazionali e nuove sfide nel design delle barche a vela, mira a contribuire all’evoluzione del settore, con una particolare attenzione alla sostenibilità nel futuro dello yachting.

Partiamo dall’inizio. Come nasce la tua passione per il mondo della nautica?
Sono cresciuta a Johannesburg, in Sudafrica, una città senza sbocchi sul mare, dove ci sono molti leoni, ma non altrettanti yacht. Quindi non ha molto senso come io sia entrata in questo settore, giusto? Durante l’adolescenza però, mi sono trasferita a Dubai, dove ho visitato il Dubai International Boat Show: quella è stata la prima volta in cui mi sono ritrovata nel mondo dello yachting.
Lì ho incontrato un architetto navale a cui ho detto di essere interessata a progettare interni per aerei. Lui non era troppo convinto di questa idea, per le troppe regole e restrizioni che impone quel tipo di design, e mi ha chiesto: “Perché non fai yacht design? C’è molta più libertà creativa”. Questa conversazione mi è rimasta impressa. Mentre frequentavo il corso di laurea in Transportation Design, ho scelto un corso opzionale in Yacht Design.
Ho avuto la fortuna di avere professori straordinari che rendevano ogni lezione un momento che attendevo con entusiasmo durante la settimana. Erano sempre pronti a rispondere a tutte le nostre domande e a raccontarci le loro esperienze nel settore. Sono stati loro a ispirarmi veramente a seguire questa strada.
Nel tempo, ho capito che lo yachting non riguarda solo i viaggi, ma è uno stile di vita, un modo di esplorare e di spingere i limiti del design e della funzionalità. Tutti questi aspetti mi hanno affascinata e mi hanno portata a specializzarmi in questo campo.
Qual è stato il tuo percorso accademico?
Ho conseguito una laurea in Transportation Design presso l’Istituto Europeo di Design di Torino, che mi ha fornito una solida base nella progettazione della mobilità, nei materiali e nella concettualizzazione. Successivamente, ho ottenuto un Master di Specializzazione in Yacht Design al Politecnico di Milano. Questo programma mi ha permesso di affinare il mio approccio progettuale, approfondendo la conoscenza degli aspetti tecnici delle imbarcazioni.
Da allora, lavoro attivamente su una serie di progetti di yacht design, spingendo sempre più in là i miei limiti creativi e tecnici.
Raccontaci di più riguardo al tuo progetto Zazi, che ha vinto il premio Young Designer of the Year 2025.
Il premio BOAT International Young Designer of the Year, in collaborazione con Feadship, sfida i partecipanti a progettare un’imbarcazione da spedizione/esplorazione per un armatore esperto che ha già navigato nel Mediterraneo. Questo yacht aveva molte richieste: la vera sfida è stata integrare un hangar telescopico, un laboratorio di ricerca scientifica e diversi tender, il tutto cercando di mantenere l’iconica eleganza di Feadship. La mia risposta a questo brief è stata Zazi, un’imbarcazione che bilancia le funzionalità di un explorer con un’eleganza robusta.
L’obiettivo non era solo soddisfare tutti i requisiti tecnici, ma anche creare uno spazio confortevole, sofisticato e di facile utilizzo per l’armatore e l’equipaggio. Tradurre lo spirito di una nave da spedizione in un design concreto è stata una sfida e, al tempo stesso, un percorso creativo. Ho dedicato molto tempo a studiare cosa definisce un vero explorer, in termini sia di design che di standard tecnici.
Volevo creare qualcosa di audace ma raffinato, progettato non solo per resistere alle condizioni estreme, ma anche capace di offrire un’esperienza unica. L’esterno di Zazi è robusto e moderno, mentre gli interni sono caldi e accoglienti. Il nome “Zazi” significa “conoscere sé stessi” in Zulu. L’ho scelto con cura, perché l’armatore si prepara a esplorare territori inesplorati e, per farlo, bisogna essere completamente sicuri di sé. L’intero processo di design è stato un equilibrio tra il brief, la mia filosofia progettuale e le aspirazioni del futuro armatore.
Com’è stato partecipare a questo evento?
È stato fantastico! Questa sfida mi ha spinto a superare i limiti del mio modo di concepire gli yacht. Ho adorato ogni fase del processo, dalla prima bozza ai rendering finali. Lo rifarei senza esitazione. Ciò che mi ha aiutato molto è stato avere un brief chiaro e ben strutturato, che mi ha permesso di esplorare al massimo la mia creatività, affrontando allo stesso tempo le complessità tecniche del design nautico. Competizioni come questa sono di grande valore per i giovani designer, e vincere questo premio è stato un onore incredibile. Sono immensamente grata a BOAT International e Feadship per avermi dato l’opportunità di mostrare la mia visione su una piattaforma così prestigiosa e per avermi offerto il loro supporto durante tutto il percorso.
Quali sono le tue collaborazioni al momento o i progetti sui quali stai lavorando?
Attualmente sto collaborando con lo studio dell’Architetto Marco Casali TOO DESIGN a Roma, su una serie di progetti per yacht walkaround tra i 40 e i 70 piedi. Lavorare su piccole serie di produzione è una sfida completamente diversa rispetto ai grandi superyacht. Altezza e spazi sono limitati, quindi bisogna essere estremamente intelligenti nella disposizione di ogni componente. L’ergonomia diventa ancora più cruciale in questi casi.
Per me, le barche a vela sono le imbarcazioni più eleganti e senza tempo. Poiché hanno esigenze e aspettative molto diverse rispetto alle barche a motore, credo che comprenderne il design offra una visione completa dell’industria. Per questo, nel mio tempo libero ho iniziato a studiare e progettare uno sloop di 110 piedi. Non avendo molta esperienza nel design delle barche a vela, e volendo realizzare un progetto realistico e fattibile, sto collaborando con un architetto navale e un velista esperto che ama mettermi alla prova… nel miglior modo possibile!

Come vedi il futuro nella nautica, in particolare riguardo all’evoluzione del design delle imbarcazioni e delle tecnologie?
Ho notato un cambiamento nell’estetica: le persone stanno diventando più aperte a design meno tradizionali. Gli esterni stanno evolvendo con superfici più complesse e maggiore attenzione alle proporzioni e all’equilibrio visivo. Gli interni, invece, stanno abbracciando il minimalismo, con un focus su materiali naturali e di alta qualità. Anche i layout stanno diventando più audaci, andando oltre le configurazioni convenzionali, per offrire spazi più aperti e un flusso più dinamico.
Come designer, abbiamo la responsabilità non solo di adattarci alle nuove tecnologie, ma di integrarle attivamente in ogni fase del processo, dalla concettualizzazione all’esecuzione. Uno degli sviluppi più interessanti è la spinta verso la sostenibilità. L’industria dello yachting sta facendo passi da gigante nei sistemi di propulsione alternativi, nei design di scafo a basso consumo energetico e nell’uso di materiali ecocompatibili. Credo fermamente che la sostenibilità non debba essere una tendenza, ma un principio fondamentale che guida il futuro dell’innovazione nautica. Ciò che continua ad affascinarmi del design degli yacht è l’incontro tra innovazione moderna ed eleganza senza tempo. È un settore in cui la tecnologia all’avanguardia si fonde con l’arte della maestria artigianale, e sono entusiasta di vedere quali tendenze definiranno il futuro dello yachting.
Cosa ti aspetti invece per il tuo futuro? In quale azienda o campo di yacht design ti piacerebbe lavorare?
Ho appena iniziato a esplorare questo settore, ci sono infinite possibilità e tanto ancora da imparare! Ammiro e rispetto molti studi di design e sarebbe un onore lavorare con loro. Credo sia fondamentale, come designer, essere coinvolti in tutti gli aspetti del processo creativo. Al momento sto cercando di imparare il più possibile sugli esterni, gli interni e i layout, ma il passo successivo per me sarebbe approfondire anche la fase produttiva, in modo da completare la mia formazione. Ci sono molti studi con cui mi piacerebbe collaborare: sono principalmente aziende con una filosofia progettuale che rispecchia la mia visione. Spero di poter contribuire presto ai loro progetti. Questo è un momento incredibilmente entusiasmante per l’industria e non vedo l’ora di essere parte della prossima generazione dello yachting.
ALEKSANDRA ORESCANIN
Cell. +39 347/1158886
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