Una donna al timone: Anna Ziliani Scarani
Uno sguardo accogliente, una voce sicura e una grande classe: la Signora Anna Ziliani Scarani sembra essere lo specchio delle sue imbarcazioni, le Rio Yachts.
A contraddistinguerla è l’eleganza, quella che solo alcune donne hanno innata e la sensazione è quella di chi racconta della propria azienda come di una famiglia, in cui il confine è talmente labile che è impercettibile.
Era il 1961 quando la giovane e neosignora Scarani e il marito Luigi, venuto a mancare nel 2011, hanno la giusta intuizione di osare mettendo su un piccolo cantiere nautico, Avionautica Rio.
L’idea è quella giusta, il momento è propizio, il boom economico sta arrivando. Di lì a breve, negli anni 70 ripensano il concept del diporto, di fatto scrivendo la storia, intuendo che il mare è democratico e deve essere per tutti, quindi proponendo un tipo d’imbarcazione che ben si adattasse alle esigenze di tutti per costi di acquisto e gestione, costruita in ABS, materiale plastico termoformato. Un esempio è la Rio 310, di cui sono state prodotte oltre 50.000 unità.
Lei ha vissuto un periodo d’oro, per l’economia in generale, ma soprattutto per la nautica. A parte l’economia del mare in se, secondo Lei è cambiato il modo di vivere il mare? E di conseguenza come sono cambiate le barche?
“Mi permetto di contraddirla – ci dice – non sempre sono stati periodi d’oro, ci sono sempre state burrasche nel passato, mai così lunghe come l’attuale. L’abilità sta nel superarle, e bene.
Noi siamo l’emblema del cambiamento di vivere il mare: siamo passati dalle barche di legno degli anni 60, alla barca per tutti di 3 o 4 metri negli anni 70, per poi tornare a barche più importanti, innovando sempre completamente per rispondere alle mutate esigenze dell’armatore.”
Nel rinnovamento, dunque, l’elisir di lunga vita del Cantiere “Alle origini – prosegue ancora – negli anni 60, la barca era veramente per pochi ed era uno status symbol, ora molto meno.
La prima finalità ora è il benessere, la libertà, il silenzio, la natura, la privacy. Lo stesso spirito d’avventura è cambiato: non si corre più, ora si gode il mare con la famiglia, gli amici. “E le barche sembrano essersi adattate. Inevitabilmente le barche sono cambiate: sono più vivibili, più comode, nel nostro caso più personalizzate e vicino ai gusti del clienti. L’ufficio progetto lavora parecchio per rispondere alle diverse esigenze di ogni tipo di eventuale cliente e di ogni possibile mercato.”
Ancora una volta si comprende come la personalizzazione sia una chiave essenziale di leggere la nautica “Tra i tanti esempi – spiega – penso ad accessori ritenuti essenziali per le varie nazioni come il barbecue per brasiliani, o sala Karaoke per cinesi. Ora gli armatori sono maturati, ancora di più con questa crisi. Tanti fronzoli sono stati lasciati, mentre il vero diportista continua ad amare il mare e non esce per distinguersi, anzi il contrario”.
Non è facile scindere la donna dall’imprenditrice quando la sua azienda è parte integrante della sua personalità, ma tornando alla donna Anna Scarani nel 2012 è stata insignita del prestigioso riconoscimento di “The Best Marine Woman”, conferitole in occasione del Salone Nautico Internazionale di Genova, portandola di fatto ad essere considerata la Signora della Nautica Italiana.
“Di recente – ci dice – nella nautica il ruolo femminile ha conquistato ruoli di tutto rispetto, penso in primis alla Presidente della nostra associazione, Carla Demaria, e a tante figure femminili presenti nelle varie aziende in ruoli diversi dalle pubbliche relazioni. Rio Yachts ha evidentemente precorso i tempi, da sempre in azienda le donne hanno ruoli importanti, il genere non è mai stato elemento discriminatorio.” Un ruolo conquistato non senza fatica o impegno, inizialmente il ruolo della Signora Scarani era quello di intrattenere le mogli degli armatori, ruolo mutato velocemente nel curare la comunicazione dell’Azienda, quando ancora di comunicazione non parlava nessuno intuendo l’importanza dell’immagine del marchio e della sua diffusione prima di altri, un valore aggiunto che ha consentito all’azienda di avere un abbrivio in più “L’importanza di comunicare, questo valore è stato il valore aggiunto fondamentale per la diffusione del nostro marchio. Oggi tutti lo fanno, la comunicazione è imprescindibile nelle aziende, mentre allora non era così.
Ricordo le scuole in visita al cantiere, la formazione ai concessionari, l’uso dei sondaggi: tutte attività che nessuno faceva. In più la base a tutto questo c’era l’ascolto dei clienti e degli operatori, una mia dote, con cui ho imparato molto, ho fatto tesoro di tantissimi insegnamenti.”
Un’azienda nata in famiglia e cresciuta al crescere della famiglia stessa, ogni cosa passata di mano in mano, di bocca in bocca, non solo nel cantiere della bergamasca, ma anche davanti al camino di casa, oggi fa la nonna, ma è ancora fondamentale il suo parere per l’azienda e per il figlio Piergiorgio che tiene in mano le redini di Rio Yachts.
“Le aziende familiari sono l’ossatura dell’industria italiana e continuano ad esserlo anche in un momento storico in cui sovente, purtroppo, la piccola e grande industria passa di mano a grandi gruppi esteri perdendo in identità, ma probabilmente guadagnando in forza economica – ci dice con rammarico – ovviamente l’idea che la creatura mia e di mio marito continui a dare lustro alla famiglia tramite mio figlio non può che essere motivo di grande soddisfazione. Ora io non sono più in azienda, anche se penso anche ai nipoti e pronipoti, tutto dipenderà dalla capacità di vivere il cambiamento e di adeguarsi ai nuovi tempi, cosa non facile, ricordandosi di non perdere l’identità e le caratteristiche del brand.”
Parlando della Rio Yachts non si può non pensare ai mitici anni 80 quando le più grandi star italiane hanno scelto il cantiere come proprio status symbol “Sulle nostre barche sono passati tanti personaggi italiani e non, dello spettacolo e non da Gianna Nannini ai Pooh, la Mannoia, nelle fiere Peppino di Capri, Gino Paoli, Pozzetto, le serate con Jerry Scotti, Patrizia Pellegrino. Ma anche i re: negli anni 70 a Parigi venne in fiera il Re del Belgio Baldovino, pensa che si era messo in coda per visitare un nostro 10 metri di legno come tutti gli altri, e nessuno lo ha riconosciuto, non le racconto l’imbarazzo – scherza divertita.
Per i 50 anni dell’azienda sono state molte le dimostrazioni di affetto e stima da parte di tanti clienti, e sul sito aziendale sono riportate numerose testimonianze e racconti.
Se la sente di condividere con i lettori di Mondo Barca Market un aneddoto?
“Non so perché, ma un primo ricordo è questo: un celebre giornalista radiotelevisivo con cui dopo è nata una buona amicizia: vigilia del Salone di Genova, stand affollato, caos, tutti indaffarati per terminare gli stand di allora, grandissimi, arriva la troupe del giornalista e inizio a mostrargli le nostre barche quando lui mette il suo piede fino ai calzoni in un barattolo di vernice bianca … Lui ha dato fuori di matto, mentre tutti ridevamo!
Da questa grande irritazione è nata una splendida amicizia.”