Loredan Gasparini: dal Doge al Capo di Stato
Quella di Loredan Gasparini è una storia di uomini che hanno deciso di dare il loro contributo unico a un luogo, il Montello, un tempo conosciuto solo come “il Bosco di Venezia”. Ora, invece, è casa di uno dei vini più iconici, il Capo di Stato, così chiamato perché riuscì a ingannare anche il Presidente della Repubblica francese.
C’è un modesto rilievo montuoso nel Nord-Est italiano, da cui i Dogi di Venezia si rifornivano del legno necessario a costruire non solo le imbarcazioni, ma anche le palafitte su cui la città stessa puntella, tanto che questa zona viene affettuosamente chiamata “il Bosco di Venezia”. Ma il Montello non è legato alla Serenissima solo per questo: situato a soli 50 km dalla Laguna, in passato aveva anche una connessione con la famiglia del Doge.
Nel nome di Loredan Gasparini, in effetti, si cela una storia secolare fatta di grandi uomini, che si apre con la famiglia Spineda. Loro sono i primi a comprendere e valorizzare il potenziale del territorio di Venegazzù, nel cuore del Montello.
Agli Spineda succedono prima i Gasparini e poi il Conte Piero Loredan, discendente diretto del Doge di Venezia, Leonardo Loredan. Il Conte viene descritto come un uomo di grande carisma e un instancabile viaggiatore. E proprio di ritorno da un viaggio nell’area di Bordeaux ha un’intuizione: introdurre nella zona del Montello altri tipi di vitigni, come il Merlot, il Cabernet Sauvignon, il Cabernet Franc e il Malbec. L’idea è vincente: l’esperimento dà risultati egregi, tanto da conquistare anche la Francia da cui quelle uve sono arrivate.
Dopo anni di gestione ineccepibile e di crescita costante, nel 1973 prende le redini Giancarlo Palla, animato dal desiderio di dare un contributo significativo al territorio e all’azienda. Palla non impiega molto a portare una rivoluzione in Loredan Gasparini. Allora il Montello è conosciuto per i suoi vini rossi, ma Giancarlo ha un’inaspettata illuminazione: introdurre nell’area le bollicine.
Con questo obiettivo, aggiunge alle proprietà anche la Tenuta di Giavera del Montello, dove inizierà la produzione del Metodo Classico. Per massimizzare questo investimento, si reca anche alla Scuola Enologica di Epernay, in Champagne, alla ricerca del suo “chef de cave”, il consulente perfetto per questa nuova avventura.
Tre anni dopo il suo arrivo in Loredan Gasparini, nel 1976, vede la luce la prima bottiglia di Metodo Classico e, appena la produzione è ben avviata, Palla decide di lanciarsi in un’ulteriore sfida: aggiungere la spumantizzazione del prosecco. Pioniere in questo campo, si batte strenuamente per ottenere prima la DOC e poi la DOCG di Asolo. Grazie alla sua tenacia, riesce anche a far riconoscere Venegazzù come unica sottozona della DOC.
Mentre Giancarlo porta avanti l’azienda tra innovazione e tradizione, suo figlio Lorenzo viaggia in tutto il mondo alla scoperta delle principali aree enologiche, maturando un’esperienza imparagonabile perché piena di sfaccettature. Negli anni Novanta, quando fa il suo ingresso in Loredan Gasparini, introduce una nuova visione, frutto dello scambio ricchissimo con culture e colture differenti. Grazie alla sua prospettiva fresca e moderna, la cantina si avvicina a una coltivazione più attenta alla natura, ai suoi ritmi e alle sue necessità.
Inizia così la collaborazione con i preparatori d’uva Simonit e Sirch, che oggi sono una realtà internazionale – l’unica al mondo a occuparsi di consulenza e formazione sull’allevamento della vite –, ma al tempo erano solo agli albori della loro incredibile carriera. Con i due esperti al fianco, l’azienda muove i suoi primi passi lungo il percorso di viticoltura naturale, nel segno di una gestione attenta del legno e potature meno invasive. Un approccio mantenuto tutt’oggi: la vigna viene curata con interventi minimi, cercando di preservare la biodiversità del Montello, una zona tanto ricca da essere candidata a Riserva di Biosfera UNESCO.
Nel 2013, l’arrivo dell’agronomo Matteo Morona segna una svolta definitiva verso la viticoltura naturale: la concimazione, esclusivamente organica, viene effettuata ogni cinque anni; mentre ogni anno vengono condotte analisi del suolo per individuare e reintegrare gli elementi mancanti, attraverso la semina di essenze erbacee. Morona non porta con sé solo le sue conoscenze da agronomo, ma anche quelle da appassionato entomologo e ricercatore, che mette a frutto nella gestione delle possibili malattie delle piante: dopo aver studiato gli insetti benefici, li alleva per poi introdurli nella vigna così da combattere eventuali attacchi patogeni in modo naturale.
I ROSSI ICONICI DI LOREDAN GASPARINI…
La vigna delle 100 piante è unica nel suo genere: impiantata nel 1946, è un piccolo museo a cielo aperto della biodiversità. Ancora oggi, produce le uve che diventeranno Capo di Stato: Cabernet Sauvignon, Merlot, Cabernet Franc e Malbec. Questo rosso rappresenta al meglio tutte le caratteristiche del territorio: freschezza e acidità fanno da supporto a un corpo intenso e complesso, dando vita a un vino che esprime fine eleganza.
Il nome Capo di Stato racconta una storia affascinante. Negli anni Sessanta, l’allora Presidente della Repubblica francese, Charles de Gaulle, partecipa a un pranzo ufficiale a Venezia. Il cameriere gli versa del vino e de Gaulle lo beve di gusto, convinto che si tratti di un grande Bordeaux. Il Presidente, però, si sbaglia: quello è il vino icona di Loredan Gasparini, il Capo di Stato, battezzato così proprio in quell’occasione.
In effetti, il Capo di Stato è un vino nato dalla volontà del Conte Loredan di creare una riserva speciale di rosso, prodotta in quantità e annate limitatissime, da aprire solo per le occasioni speciali.
Nel 1967, tre anni dopo la prima annata di Capo di Stato, l’artista Tono Zancanaro dedica al Capo di Stato due etichette, una “Lei” e una “Lui”, a rappresentare le due anime del vino, che in una vita è prima Lei – l’uva – e poi diventa Lui – il vino –. Oggi, viene prodotta solo l’etichetta “Lui”, ma con qualche eccezione: quando un nuovo Presidente della Repubblica francese viene nominato, gli viene recapitato in omaggio un cofanetto con due bottiglie di Capo di Stato, con le due etichette.
Altro vino simbolo è lo Spineda, che rende omaggio alla famiglia Spineda. Un Merlot in purezza nato in un appezzamento di terra che, già nelle mappe d’età napoleonica, risultava essere un vigneto. Proprio per questo, l’etichetta dello Spineda riproduce il mappale dell’Ottocento. La vigna si estende per due ettari, ma ogni pianta produce un solo chilo di uva, in questo modo in ogni acino è concentrata solo la parte migliore.
Il Malbec, conosciuto anche come “Auxerrois” a Cahors, “Pressac” o “Cot” nella Valle della Loira, è un altro vino a cui l’azienda tiene particolarmente. Lo stesso Giancarlo Palla è un grande appassionato di questo vitigno. Coltivata in Loredan Gasparini dagli anni Settanta, quest’uva è vinificata solo ed esclusivamente in acciaio: in questo modo, infatti, esprime al meglio l’anima fresca e giovane della varietà, esaltandone anche le note fruttate e speziate.
…E LE BOLLICINE
Giancarlo Palla è stato uno degli apripista per le bollicine francesi in Italia, e ha contribuito in maniera significativa al riconoscimento della denominazione DOCG Asolo Prosecco Superiore. Inoltre, è stato il primo a importare nel nostro Paese la Maison Drappier.
La Cuvée Indigena è il vino più particolare della scuderia Loredan Gasparini: nato nel 2011, questo DOCG Asolo Prosecco Superiore è uguale ma diverso ogni annata, una sensazione che si può comprendere solo degustandolo. La lavorazione prevede, dopo la vinificazione, una spumantizzazione con fermentazione spontanea, che può durare fino a sei mesi. Proprio perché evolve in modo del tutto naturale, alcuni anni si presenta come Brut e altri come Extra Dry.
VIVERE L’ESPERIENZA DA LOREDAN GASPARINI
La sede della cantina è da sempre all’interno di un antico casale, che ha ormai assorbito tutto il fascino delle epoche passate. Le visite guidate cominciano direttamente nel vigneto, per proseguire nella bottaia, dove i grandi rossi riposano, fino ad arrivare alla sala degustazione.
Dal 2021 è, inoltre, possibile diventare membri dell’esclusivo Wine Club per avere accesso a esperienze uniche sul territorio e anche nella splendida Venezia. Una volta terminata la degustazione, i visitatori potranno seguire l’itinerario turistico dedicato ai luoghi della Grande Guerra, tra musei e monumenti a cielo aperto, perché è proprio qui che “il Piave mormorava”.
Oltre alla storia, il Montello è anche culla di straordinaria biodiversità, tra piante e animali selvatici. Una meta affascinante tutta da scoprire.
LOREDAN GASPARINI
Via Martignago Alto, 23
31040 Volpago del Montello (TV)
Tel. +39 0423 870024
www.loredangasparini.it