Tonno: rossi, alletterati & Co.
La ricerca del predatore pelagico e, nello specifico, di qualche tunnide, da sempre affascina il mondo della pesca sportiva. Ma saper decidere quali periodi, quali spot e soprattutto quali tecniche utilizzare per insidiare “la scatoletta perfetta”, non è un’arte per tutti. Proviamo a fare l’analisi per periodo e tecnica alla ricerca del tanto ambito “tonno“.
DISTINZIONE TRA LE SPECIE
Prima ancora di far distinzione tra periodi e tecniche, bisogna distinguere attentamente le varie specie di tunnidi presenti nelle nostre acque, perché oltre all’aspetto prettamente legato alla bontà delle carni in cucina, vi è da porre l’occhio sull’aspetto normativo.
Ricordiamo, infatti, che mentre per il tonno rosso (thunnus thynnus) vi sono delle grosse limitazioni come periodo di cattura, per tutte le altre specie l’unica limitazione risiede nella misura minima.
Per il tonno rosso, l’attuale normativa prevede la cattura di un solo esemplare nel periodo che va dal 14 giugno al 14 ottobre, con la chiusura annuale della pesca ricreativa al raggiungimento della quota stabilita che varia da anno in anno. La misura minima si attesta a 115 cm di lunghezza e 30 kg di peso.
Tralasciando alcune considerazioni etiche circa il rispetto delle misure, passiamo ad osservare come per valore nutrizionale e presenza sul territorio, le uniche specie da prendere in considerazione oltre il gigante blu, saranno il tonno alletterato (euthynnus alletteratus) e il parente meno nobile tombarello (auxis rochei).
QUALI PERIODI
Per quanto le acque mediterranee si stiano ormai tropicalizzando, bisogna comunque tenere in considerazione che i pelagici si spostano al variare della temperatura dell’acqua ed allo spostarsi del termoclino, regola che ne determina l’alimentazione e l’accoppiamento.
Con questa premessa, iniziamo ad analizzare che questi pesci in base al periodo, si possono insidiare con tecniche a parità di specie, completamente differenti.
Se prendiamo ad esempio l’alletterato, nei mesi primaverili, incontrato in grosse mangianze, cade facilmente vittima delle esche lanciate a spinning, ignorando quasi totalmente le esche trainate di qualunque dimensione e velocità. Mentre nei mesi estivi, rimane vittima della traina costiera di superficie e negli ultimi anni, anche dell’altura sapientemente organizzata.
Per il tombarello invece, l’unica tecnica realmente valida è la traina di superficie, poiché nello spinning offshore raramente si lanciano esche piccole atte ad insidiare questo piccolo e veloce pelagico ed i suoi mesi sono agosto e settembre.
Per il tonno rosso distinguiamo invece quattro periodi differenti: l’autunno e l’inverno dove imbrancato ed in mangianza si lascia sedurre a spinning; la primavera nel periodo prima dell’accoppiamento dove si possono effettuare giornate intere a drifting con numerose allamate; dalla metà alla fine dei mesi estivi dove sarà ancora il drifting a regalarci grandi soddisfazioni.
Il tonno rosso a traina non è impossibile, ma indubbiamente investire in una giornata di traina alla sua ricerca è un’operazione che per costi e risultati lascia un po’ il tempo che trova.
L’ANALISI DELLA TECNICA
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DRIFTING
Mirata alla cattura sia di tonni che di alletterati è sicuramente la tecnica con cui si possono effettuare il maggior numero di catture nei periodi di passaggio dei pesci.
Se il branco entra infatti in pastura, non è impossibile riuscire a trattenere i pesci vicino alla barca per fare catture ripetute. Nel caso di alletterati si può evitare di “mollarsi” dall’ancora e combattere da fermi, tenendo così il pasturatore acceso e mantenendo i pesci vicino alle nostre esche.
Possiamo considerare che una buona attrezzatura media da tonno, sarà validissima per l’alletterato, ma mai il contrario: l’ipotesi di scontrarsi con un big con attrezzatura sottodimensionata ci farà, infatti, desistere dall’utilizzare materiali troppo leggeri.
La regola per entrambe le prede sarà quella di pasturare con sardine fresche o se surgelate, di categoria QF (abbattute a bordo) molto più semplici da gestire nella fase di scongelamento e che mantengono molto meglio l’innesco.
E se entrano sia i tonni che gli alletterati, come selezionarli? L’attento uso della strumentazione può farci notare a che quota mangiano gli uni ed a quale gli altri.
Porteremo, quindi, le esche alle quote desiderate al fine di ottenere lo strike che vogliamo. Spegnere il pasturatore elettrico ed aspettare, può far si che il branco di alletterati si allontani poi velocemente. Aumentare invece i tempi di pastura, fa si che gli alletterati vadano in vera frenesia.
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TRAINA COSTIERA
Quando gli alletterati iniziano a scorribandare nel sottocosta, la traina costiera diventa facilmente la tecnica per trascorrere ore di divertimento e fare catture multiple anche con attrezzature ultralight.
Questi tunnidi amano inseguire esche veloci, trainate generalmente a 4.8/5 nodi, specie se octopus, piume, jet e piccoli kona. L’assetto ideale vede 4 canne in acqua di cui due filate lunghe a 55 e 45 metri e due più corte a 25 e 15.
Avendo a disposizione uno stim può essere vincente calare la canna centrale in profondità alla ricerca del branco a fondo. Una volta avuto il primo strike, con lo stim che viene a galla, semplicemente muovendo le altre canne, vedremo strike ripetuti su un po’ tutti gli artificiali.
Tecnica per grandi e bambini che se praticata in ultralight diventa un vero e proprio passatempo, quando non si vuole investire nella ricerca di grosse prede o si vuole stare nel sottocosta senza impegnarsi in navigazioni complesse.
RILASCI
Per la bontà delle loro carni, è spesso impensabile rilasciare i tunnidi. Nel pieno rispetto delle regole dobbiamo sempre prevedere la possibilità del rilascio: ad esempio quando abbiamo già catturato un tonno il giorno prima ed il nostro fabbisogno è più che sfamato.
Un corretto rilascio passa per alcune semplici regole:
- Usare sempre il monoamo in traina costiera e del circle hook in drifting;
- Brevi tempi di recupero del pesce al fine di non compromettere la salute della preda;
- Nella traina uso del guadino con maglie di silicone (per facilitare le slamature dei pesci) e del boga grip per il rilascio del tonno rosso;
- Ossigenare i pesci ed evitare di maltrattare il pescato per fare delle semplici foto ricordo (i pesci non vanno tenuti per le branchie!).
RICETTA: TONNO SOTT’OLIOSTERILIZZAZIONE DEI VASETTI IN VETROPer prima cosa è molto importante procedere a sterilizzare i barattoli di vetro: PROCEDIMENTOPrima di tutto tagliare la testa e la coda del pesce, eviscerarlo, lavarlo bene sotto l’acqua corrente, quindi tagliare il filetto di tonno in due o tre tranci e lasciarlo a bagno in acqua e aceto bianco per circa 1 ora. Se i filetti sono troppo lunghi, tagliarli e usare i pezzetti per riempire bene il barattolo. Versare sopra l’olio extra vergine d’oliva. L’olio deve ricoprire il pesce completamente, isolandolo così dall’aria presente all’interno del vaso. Lasciare riposare i barattoli aperti per 2 ore per favorire la fuoriuscita delle bolle di aria e, quindi, rabboccare con l’olio. STERILIZZAZIONE TONNO SOTT’OLIOChiudere bene i barattoli e sterilizzarli facendoli bollire per 20 – 30 minuti dentro all’acqua in una pentola (partendo dall’acqua fredda). È importante che l’acqua sia appena sotto il tappo. Dopo circa mezz’ora, spegnere il fuoco ed attendere che l’acqua si raffreddi completamente prima di togliere il barattolo dall’acqua. Assicurarsi che il barattolo sia andato sottovuoto. |