Gommoni Pirelli: intervista a Gianni De Bonis, CEO di Sacs TecnoRib
Dal 2005 disegna, produce e commercializza i gommoni Pirelli. TecnoRib, licenziataria del marchio dello storico colosso, ne ha assorbito il DNA sportivo, la passione per l’innovazione e il design all’avanguardia.
Oggi, nei tre stabilimenti in provincia di Milano e Messina, realizza battelli e tender con una caratteristica inconfondibile: ogni imbarcazione riporta sul tubolare il disegno del battistrada Pirelli, un omaggio all’expertise maturata da Pirelli in fatto di gomme da bagnato estremo. Gianni De Bonis, CEO di Sacs TecnoRib, ci racconta origini e progetti, collaborazioni e traguardi dell’azienda di Rescaldina.
È corretto affermare che l’esistenza di TecnoRib sia legata indissolubilmente a quella di Pirelli? Come vede la luce l’accordo di licenza?
Il legame tra TecnoRib e Pirelli è totale. L’accordo di licenza nasce nel 2005 all’interno di un progetto più ampio: Pirelli voleva vendere anche altri prodotti al di fuori del loro core business. Da allora sono passati oltre 15 anni e TecnoRib ha prodotto solo gommoni a marchio Pirelli.
Come nasce la collaborazione con lo studio svedese Mannerfelt Design Team?
La collaborazione nasce quasi all’inizio della nostra esperienza, sempre intorno al 2005. Avevamo visto in acqua la carena disegnata da Ocke Mannerfelt: la utilizzava un team di America’s Cup che si chiamava Victory Challenge. Allora siamo andati a cercarlo. A partire dal Pirelli 1400 fino a oggi, tutti i nostri maxi rib sono dotati della carena di Ocke Mannerfelt.
È una collaborazione ormai consolidata, della quale siamo felicissimi, non solo per il design della carena – che è un ambito nel quale Ocke Mannerfelt gode di un prestigio internazionale assoluto -, ma anche per lo stile della coperta, al quale lavora Ted Mannerfelt, il figlio di Ocke. Le linee del designer scandinavo sono pulite ed essenziali, in linea con le caratteristiche che ricerchiamo per il nostro prodotto. Abbiamo sempre cercato di andare oltre i classici gommoni italiani e in questo lo studio Mannerfelt ci ha aiutato tantissimo.
Cosa cerca chi sceglie un battello Pirelli?
Sicuramente una fortissima attenzione al design, alla qualità e alle performance. Performance in realtà è una definizione di sintesi: non si intende solo in termini di velocità, ma anche di sicurezza, tenuta di mare e qualità delle prestazioni.
Quali sono i modelli di maggior successo?
Da due anni abbiamo lanciato la nuova gamma Walkarounds, prima il Pirelli 42 e poi il 35, a breve presenteremo anche il 50.
Oggi sono questi i nostri modelli, unitamente a una gamma Tender. La gamma Speedboats viene usata dal cliente che usa il gommone come mezzo da diporto o in alternativa come chase boat a yacht più importanti – per noi è comunque un segmento commerciale importante. Poi ci sono i tenderini, che invece vanno a bordo delle imbarcazioni maggiori ed è proprio un altro business.
LA GAMMANella produzione di TecnoRib, tra la gamma di gommoni e di tender, sono previsti oltre 10 modelli, suddivisi in tre collezioni: Tenders, Speedboats e Walkarounds. TENDERSComprende i tender entrobordo con propulsione Jet o piede poppiero e motori fuoribordo: Pirelli J29, J33, J39, J45, J50, T45, T65 E T75 di lunghezza compresa tra i 2,9 e 7,5 metri. Sono pensati specificatamente per essere alloggiati nel garage di un superyacht. La gamma è in produzione dal 2015. SPEEDBOATSComprende i modelli top seller di Pirelli: Pirelli 770, 880, Pirelli 1100, Pirelli 1400 e Pirelli 1900. Caratterizzati da linee filanti e altissime prestazioni. Questi mezzi sono corredati da ricche dotazioni standard, assicurano molte possibilità di personalizzazione e offrono diverse possibilità di motorizzazione, sia diesel che benzina. WALKAROUNDSIl primo esemplare di questa nuova gamma è il PIRELLI 42, affiancato dal PIRELLI 35. Si tratta di una nuova concezione di imbarcazioni versatili destinate sia all’uso giornaliero sia come chase boat o imbarcazione per crociere di medio corso. Si rivolgono a una clientela esigente alla ricerca di sportività e comfort grazie alle elevate prestazioni, alla spaziosità in coperta e alle generose dimensioni del baglio. In uscita nelle prossime settimane il PIRELLI 50. |
IL PIRELLI 50 È LA NUOVA AMMIRAGLIA
DELLA LINEA WALKAROUNDS.
CON UNA LUNGHEZZA DI 15 METRI,
QUESTO BATTELLO UNISCE DESIGN E PRESTAZIONI.
IL LAYOUT PREVEDE PER GLI SPAZI ESTERNI UNA
ZONA PRENDISOLE E UN’AREA DINING, MENTRE
SOTTOCOPERTA TROVIAMO UNA CABINA DOPPIA
CON BAGNO E UNA DINETTE.
Come nasce un battello TecnoRib?
L’idea nasce in casa, all’interno di una strategia di sviluppo del prodotto incentrata principalmente sulla dimensione e sull’utilizzo. Direi che, più che in termini di gommone, ragioniamo in termini di gamma: quando abbiamo pensato di fare il Pirelli 42, avevamo già in mente di produrre anche il 50 e il 35, di creare una famiglia di modelli. Lo stesso vale per i tender: abbiamo pensato di far nascere insieme il 29, il 33 e il 39.
Le domande sono sempre: “Quale sviluppare per primo?“, “Cosa voglio da questo gommone?“, “Cosa vuole il mercato?“. Noi abbiamo un’idea molto chiara di cosa vuole il nostro mercato e di cosa vogliamo dare ai nostri clienti. Cerchiamo di trasferirla ai progettisti, i quali hanno il compito di tradurla in un primo sketch, una prima idea di gommone, e questo nasce insieme a Mannerfelt Design Team.
Una volta condivise le linee, passiamo alla progettazione vera e propria, anche con il nostro ufficio tecnico interno, finché non si arriva al file 3D, il quale può andare in fresa, da lì agli stampi, dagli stampi alla stampata e dalla stampata si fa la prima barca.
A ottobre TecnoRib ha inaugurato il nuovo stabilimento produttivo, il secondo in provincia di Milano. A quali esigenze risponde?
Risponde a una crescita della quantità di produzione richiesta: ci servivano più metri quadri per ampliare la produzione. Abbiamo riposto un’attenzione sempre maggiore alla sicurezza e alla piacevolezza del luogo di lavoro, quindi abbiamo curato anche la luminosità e la fruibilità degli spazi, non solo di lavoro, ma anche di supporto. E poi ci interessava che logisticamente fosse vicino alla struttura già esistente. Siamo in provincia di Milano, siamo felicissimi di essere a Milano, riteniamo che sia un plus essere nella città più dinamica d’Italia e non abbiamo assolutamente intenzione di spostarci, anche se qua non c’è il mare!
L’inaugurazione del nuovo stabilimento cade in un’epoca particolare. L’anno scorso, come tutte le altre attività, avete risentito dello stop forzato imposto dalla pandemia. Nella vostra esperienza, come ha impattato il Covid-19 sulla nautica?
Nella nostra esperienza, in un primo momento ha impattato in maniera drammatica, non solo con lo stop forzato proprio nel cuore della stagione produttiva, ma anche a livello emotivo, con una grande preoccupazione per il futuro e – mi permetta di dire – anche per il business. Eravamo certo tutti preoccupati per la salute nostra e dei nostri cari. Nel momento in cui siamo tornati a lavorare, abbiamo dovuto farlo con molta attenzione, ma anche con una certa pressione sulle consegne, perché si era già in piena stagione: è stato un periodo non facile sotto tutti gli aspetti.
Detto questo, contrariamente a ogni previsione, la nautica ha vissuto un incremento della domanda a doppia cifra. Questo da una parte ci ha stupito, dall’altra è stata un’ulteriore sfida, perché ha coinciso con il momento in cui lanciavamo modelli nuovi e quindi ci ha portato a rivedere in maniera significativa la produzione. Guardandomi intorno, mi sembra che in realtà tutta la nautica stia vivendo un momento di grande entusiasmo.
Quanto questo sia legato al Covid-19 non lo sa nessuno. È probabile che ci sia una sorta di emotività: c’è voglia di rinascere, di andare avanti e di togliersi qualche soddisfazione, perché forse abbiamo scoperto che la vita è più breve di quello che pensavamo. C’è anche una ricerca di spazi sicuri, che in barca sono garantiti perché l’interazione è solo con le persone con cui abbiamo scelto di stare a contatto: che sia un piccolo gommone o un grande yacht, a bordo non incontro nessuno che non voglio incontrare. Questo fattore ha sicuramente inciso tanto: chi se lo può permettere ha sposato l’idea di fare una vacanza sicura in mezzo al mare invece che in mezzo a una spiaggia affollata.
Come commenta la recente unione con Sacs? Rimarrà un’operazione solamente a carattere industriale?
Sacs e TecnoRib integrano le loro competenze, mantenendo gamme di prodotto distinte e complementari. Le sinergie saranno realizzate sui siti produttivi, sui processi di progettazione e produzione e sull’area di ricerca e sviluppo. I marchi commerciali, cosi come le rispettive reti di vendita, rimarranno separati.
Quali sono i prossimi progetti?
Il Pirelli 50 – che debutterà a giorni – andrà a completare la gamma Walkarounds, accanto al 35 e al 42.
Avrà gli stessi attributi della serie: è un walkaround, ha una grandissima abitabilità negli spazi esterni, è una barca molto performante, la carena è sempre di Ocke Mannerfelt. Sfrutta anche tutto ciò che la tecnologia offre dal punto di vista della propulsione. È uno step avanti rispetto alla gamma esistente nella ricerca di soluzioni e materiali.
Di solito, i nostri battelli privilegiano la coperta rispetto all’abitabilità della cabina: sono gommoni per un uso tendenzialmente giornaliero. Per il Pirelli 50, invece, abbiamo prestato grandissima attenzione anche agli spazi interni, coinvolgendo Carlo Galeazzi – particolarmente affermato, prestigioso e di grandissima esperienza – per l’interior design. Questo ci ha consentito di migliorare molto, di fare passi avanti. La barca nasce con due cabine e una dinette: sottocoperta offre un’abitabilità che per un gommone è sicuramente un attributo in più. Ed è una bellissima sfida perché diventerà l’ammiraglia della gamma.