Dalla traina allo scarroccio controllato col vivo
Dalla traina allo scarroccio controllato col vivo: ecco alcune varianti interessanti.
Quando iniziai a praticare la traina col vivo, nel lontano 1988 con mio padre e Alberto, non esisteva tutta la tecnologia di oggi (ecoscandagli CHIRP, carte nautiche dettagliate, cam subacquee, motori elettrici di prua, etc.) e si navigava con le mire a terra custodendo gelosamente le carte nautiche cartacee con qualche punto segreto nel cassetto della consolle della barca. Negli ultimi 30 anni, con la poderosa diffusione della tecnologia nel mondo della pesca e nautica, c’è stata una radicale rivoluzione nell’approccio alla “classica” tecnica di traina col vivo con l’introduzione di alcune varianti molto interessanti.
DALLA TRAINA ALLO SCARROCCIO CONTROLLATO COL VIVO
A seguito dell’utilizzo della telecamera subacquea, per molti angler e per il sottoscritto, si è aperto un nuovo modo di interpretare la traina col vivo. Infatti, nei primi video che realizzai, rimasi sbalordito dal fatto di poter assistere a situazioni di caccia molto singolari dove dentici seguivano, per interminabili minuti, incuriositi un bel cefalopode di taglia, perfettamente trainato alla velocità giusta e scrupolosamente innescato con un sottile terminale senza accennare alcun attacco.
In queste situazioni, se dovessimo vedere nel nostro chartplotter delle belle marcature di predatori senza riuscire a far sferrare attacchi, per avere più probabilità di strike, conviene cambiare strategia ed impostare una passata con un approccio più verticale, del tipo bolentino o scarroccio controllato con esca viva.
Per poter effettuare delle passate efficaci alle nostre esche sui punti più interessanti della secca, consiglio di studiare bene la conformazione dello spot, eventualmente aiutandosi con funzionalità per la creazione mappe personalizzate, quali ad esempio il quickdraw con la strumentazione Garmin, per poi realizzare la rotta più redditizia effettuando il passaggio all’interno delle marcature con l’ausilio di un moderno motore elettrico di prua o di un classico motore ausiliario di poppa.
BOLENTINO O SCARROCCIO COL VIVO: 3 VARIANTI DI TERMINALI
La pesca in verticale con le esche vive, in particolare il bolentino o lo scarroccio col vivo, può essere interpretata con almeno 3 varianti di terminali: uno classico derivante dalla traina col vivo e due più moderni ottenuti utilizzando artificiali del tipo zoka ball o tai rubber.
Terminale “classico”
Il terminale “classico” è di derivazione della traina col vivo con due, al massimo tre ami ed è affondato tramite un piombo guardiano della grammatura scelta in base alla profondità di pesca e alla corrente. Il terminale di circa 3 metri avrà due ami, un trainante e un ferrante beck, per esche generose come i cefalopodi (seppia e calamaro) o in alternativa un singolo amo per piccoli pesci esca come ad esempio sugarelli o sgombri. Sarà realizzato con fluorocarbon di ottima qualità e con diametri dallo 0,60 a salire a seconda della profondità degli spot, delle esche utilizzate e delle prede che andremo ad insidiare. A monte del piombo guardiano utilizzeremo circa 6-7 metri di preterminale dello 0,60 di fluorine o di nylon.
Zoka ball
La seconda tipologia di terminalistica prevede, al posto del piombo guardiano, di utilizzare le zoka ball, che sono dei piombi che presentano già un amo grosso fuso all’interno del piombo. Queste tipologie di artificiali presentano due piccoli anellini, uno per fissare il preterminale e l’altro per poter collegare circa 40 centimetri di braid di almeno 150 libbre al quale fissare due ami ferranti del tipo beck J hook della misura variabile da 4/0 a 6/0, in funzione della dimensione dell’esca e alla preda.
Tai rubber
Altra variante di terminale rispetto a quanto sopra può essere realizzata con l’utilizzo di un piombo forato, come ad esempio un artificiale di tai rubber nel quale far passare il terminale scorrevole. Le grammature degli artificiali che possiamo utilizzare sono variabili nel range tra i 150 grammi e i 350 grammi in base alla corrente e alla profondità delle batimetriche di pesca.
L’ATTREZZATURA
Nel caso di pesca con i “classici” terminali per la traina col vivo andremo ad utilizzare le classiche canne da traina col vivo con un libbraggio compreso nel range tra 10 e 20 libbre della lunghezza tra 190 e 210 cm con un’ottima azione sensibile in vetta come a cui verrà accoppiato un mulinello di alta qualità con dischi della frizione fluida e un drag max di circa 20 libbre. Utilizzeremo un braid di classe PE 2,5 di circa 40-50 libbre con diametro di circa 0,25-0,30.
Per la seconda tipologia di terminalistica con artificiali tipo zoka ball opteremo per l’utilizzo di canne per la pesca in verticale con un range casting di almeno 100-200 grammi e lunghezza di almeno 6,8”. A questa canna abbineremo un buon mulinello rotante con manovella sinistra e un drag di almeno 20 libbre nel quale imbobineremo 300 metri di ottimo braid di PE 2,5 al quale collegheremo come terminale uno spezzone di circa 5-7 metri di ottimo fluorocarbon di diametro almeno 0,55 in base alle batimetriche e alla tipologia di prede da insidiare.