Marco Ciampa: disegnare un’identità
Creatività, ricerca e una costante spinta all’innovazione. Marco Ciampa è un designer poliedrico, capace di muoversi con naturalezza tra i diversi ambiti del design: dall’architettura all’automotive, fino alla nautica.
La firma di Marco Ciampa è ben riconoscibile nei progetti sviluppati per i brand Maori Yacht e G-Tender, dove ha saputo coniugare estetica e funzionalità in imbarcazioni dall’anima distintiva. In questa intervista, Ciampa ripercorre la sua carriera, analizza le evoluzioni del settore e svela alcuni dei suoi progetti futuri.

Ci racconta il suo percorso dall’inizio? Come è nato e cresciuto il suo interesse per questo settore?
La passione per il mare mi accompagna da quando sono piccolo, ma soprattutto quella per il design a 360°. Ho una formazione da architetto: mi sono laureato a Roma, seguito da Gianni Zuccon, anche se la mia tesi di laurea aveva per oggetto un’automobile, sviluppata sotto la supervisione di Roberto Giolito di Fiat. Uno dei miei primi incarichi è stato nel campo dell’architettura: ho sviluppato il progetto di una delle isole di The World a Dubai.
Ma è solo con Maori Yacht che ho avuto la possibilità di esprimermi per la prima volta sul tema delle imbarcazioni. Il primo compito riguardava un modello già in produzione: ho ridisegnato dettagli e finiture, dando vita a una vera e propria versione Mk2 della barca. Da quel momento in poi ho disegnato il 30ft, il 54ft con tutte le sue declinazioni, il 64ft, il Limo, l’80ft, il 125ft e, ultimo solo in ordine cronologico, il 46ft, iniziando contemporaneamente anche la collaborazione con G-Tender, per il quale ho sviluppato il progetto del Dieci4, del 10R, del nuovo 8.7 e dell’inedito Dieci2, che presenteremo quest’anno, oltre ad alcuni progetti che sono in fase di sviluppo.

Come sono cambiati il mercato e le esigenze degli armatori rispetto a quando ha iniziato?
Il mercato della nautica ha subito un’evoluzione significativa. Rispetto agli inizi, oggi gli armatori cercano imbarcazioni sempre più grandi, performanti e curate in ogni minimo dettaglio. La ricerca sui materiali, unita alla crescente disponibilità di finiture personalizzate, ha giocato un ruolo chiave in questa trasformazione. Se un tempo il settore era più statico e conservativo, negli ultimi dieci anni ha vissuto un’accelerazione impressionante. Le aspettative si alzano continuamente, e la sfida è quella di superare ogni volta nuovi standard di qualità, innovazione e design.
C’è un progetto a cui è particolarmente legato?
Sono legato a tutti i miei progetti, ma se dovessi raccontare una vera sfida, sicuramente farei riferimento al 125ft disegnato per Maori Yacht. L’approccio a un progetto di quelle dimensioni è sicuramente molto complesso, e creare una linea inedita lo è ancora di più. Le forme e le linee sono frutto della richiesta dell’armatore di sviluppare un main deck con una vista a 360°. Fulcro fondamentale del progetto sono gli ampi spazi esterni, specialmente nella zona di poppa, dove, complice anche l’importante baglio della nave, abbiamo disegnato un’area libera e configurabile a seconda delle esigenze nelle varie fasi della giornata. Ovviamente, disegnare un 38 metri ti porta, per le sue dimensioni, a creare una barriera tra interno ed esterno. Con questo progetto abbiamo cercato di eliminarla, mettendo in comunicazione i vari ambienti attraverso grandi vetrate e aperture, senza interrompere il rapporto con l’elemento acqua.
Su quali progetti sta attualmente lavorando?
Sono diversi. In questo momento le progettazioni per entrambi i cantieri sono numerose. Come accennavo prima, vedremo a breve il nuovo Dieci2 di G-Tender. Per quanto riguarda Maori Yacht, stiamo lavorando principalmente sul nuovo 86ft (evoluzione del precedente 80ft) e su diversi progetti di interior design, focalizzati soprattutto sulla linea del 64ft. La vera novità la sveleremo presto: insieme allo studio NavalHead, che ne cura l’ingegneria, stiamo portando avanti un progetto molto interessante.

Lei collabora principalmente con Maori e G-Tender, due realtà molto diverse tra loro. Quali sono le principali differenze e difficoltà nel progettare uno yacht di venti metri rispetto a un RIB di dieci?
Sono due archetipi molto distanti tra loro, ma i due brand condividono la volontà di essere unici. La sfida e la difficoltà principale è stata la medesima: creare un linguaggio forte e convincente, fatto di elementi e rapporti dimensionali che, declinati sull’intera gamma, creassero un family feeling codificato e riconoscibile. Credo che avere un’anima e uno stile proprio, in un momento in cui l’offerta di queste tipologie di prodotto è molto ampia, sia fondamentale. Sono molto felice di aver contribuito, in entrambi i casi, a creare questo linguaggio. Ovviamente tra una barca di 20 metri e un gommone di 10 metri cambiano le priorità e quindi l’approccio, ma credo che la difficoltà maggiore stia nell’individuare le rispettive funzioni e ambizioni.
Come immagina il futuro della nautica? In che direzione ritiene si stia muovendo il settore?
Sicuramente il settore della nautica, analizzato dal punto di vista dell’espressione formale, sta vivendo un momento molto rigoglioso. Sono tante le offerte e le soluzioni interessanti: la volontà di distinguersi ci spinge a studiare soluzioni che fino a qualche tempo fa non sarebbero state accettate. Basti pensare ai diversi concept di imbarcazioni asimmetriche presentati di recente. Anche le soluzioni che proponiamo con lo studio guardano al futuro. Cerchiamo sempre di rinnovarci, sperimentando linee e soluzioni diverse.
I suoi lavori non si limitano alla nautica. Può raccontarci di più?
La mia passione per il design e l’architettura mi spinge a esplorare diversi ambiti, ed è per questo che ho scelto di strutturare lo studio con un approccio multidisciplinare. Seguendo questa visione, abbiamo progettato e realizzato non solo yacht, ma anche ville, appartamenti, locali commerciali e oggetti di design, come lampade e divani. Questo dimostra come la nostra passione per la progettazione si esprima su ogni scala, dai grandi spazi alle creazioni più minute. In ogni progetto, la ricerca formale e concettuale gioca un ruolo fondamentale, permettendomi di esprimere al meglio la mia visione. L’ispirazione può nascere ovunque: dalle proporzioni di un oggetto, da un dettaglio architettonico o da una soluzione tecnica innovativa.
Partendo da questo principio, sviluppo i miei progetti contaminandoli con elementi provenienti da settori diversi dalla nautica. Ad esempio, osservando alcuni dettagli e materiali del Maori 54ft, come il pannello microforato, si nota chiaramente un’influenza architettonica. Allo stesso modo, la forma della poppa e le bocche di aerazione del Maori 64ft rivelano un chiaro riferimento al mondo automotive. Credo fermamente che l’osservazione di tutti gli ambiti del design sia fondamentale per la formazione di un designer e per la sua capacità di risolvere formalmente un progetto. Solo così è possibile creare soluzioni innovative e coerenti, capaci di superare i confini tra le diverse discipline.
MARCO CIAMPA ARCHITETTURA E DESIGN STUDIO
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