Viaggio di pesca: sparidi francesi
A volte spostandosi di qualche miglio, o di qualche centinaio di miglia, pur restando vicinissimi all’Italia, si cambiano le tecniche ma non le specie. Si scopre che gli stessi pesci, se insidiati con artificiali e fili sottili, possono diventare una pesca del tutto nuova ed in grado di sorprenderci ad ogni discesa sul fondo. Andiamo alla scoperta degli sparidi francesi.
ROTTA VERSO LA FRANCIA
Il recente Salone di Antibes, dedicato interamente alla pesca, ci ha offerto la possibilità di visitare il Mediterraneo francese.
In compagnia di Pro-Staff Furuno per la Francia, ed ospiti della stessa azienda, abbiamo solcato le acque della Costa Azzurra utilizzando l’elettronica CHIRP e tecniche verticali per insidiare gli sparidi francesi su secche veramente da capogiro.
Antibes offre al turista che ci approda la vista della fortezza di Fort Carré che sovrasta il porto turistico più grande d’Europa, marina nella quale non potete che trovare yacht e mega yacht da favola.
Guardando la costa si capisce subito quanto possa essere proficuo pescare in queste acque, le spiagge infatti sono completamente ciottolose, senza traccia di sabbia o alghe e le Alpi Marittime si stagliano dopo pochissimi chilometri andando a sfiorare il cielo appena dietro Nizza.
ALLA RICERCA DELLE SECCHE
Prima di uscire in mare, abbiamo dotato il nostro strumento Furuno TZT 15″ dell’ultima cartografia pesca, grazie alla quale abbiamo identificato diverse secche interessanti con salti di fondale dai 41 metri fino agli 80 metri a sole 2 miglia nautiche di distanza dal porto.
La possibilità di colorare, quindi, i diversi strati delle isobate ci ha permesso di visualizzare con estrema precisione i contorni delle più interessanti aree di pesca.
Inseriti i waypoint, ci siamo recati direttamente sulle diverse zone e di pesca e, grazie alla funzione di discriminazione del fondale, i nostri dubbi sono stati immediatamente chiariti, ci siamo ritrovati così a pescare su fondale di pietre e sassi con salti di batimetrica di tutto rispetto.
LA SCELTA DELLE ATTREZZATURE
Dovendo viaggiare in aereo, abbiamo optato per delle canne da Slow Pitch Sayaka in due grammature 60/90 gr. e 120/150 gr. e per il Kabura/Tenya una canna specifica chiamata “SPARIDE EVO” nella grammatura 10/30 gr.
Se, infatti, per le canne da slow è bene orientarsi su canne ed artificiali dagli 80 ai 120 gr. per Kabura e Tenya dedicati agli sparidi, invece, sarà buona norma avere degli artificiali dai 20 ai 40 gr. di colori preferibilmente arancio e verde. La scelta dei mulinelli nel caso dei bobina fissa è caduta su taglia 4000/5000 con trecciato 0,08 uniti a dei finali di fluorocarbon dello 0,25.
Per i rotanti, invece, abbiamo utilizzato del trecciato da 40/50 lbs. unito a degli spezzoni di fluorocarbon dello 0,57 a fare da shock leader.
A TUTTO SPARIDE
Dovendo viaggiare ed avvalendoci della guida di pesca sportiva Benjamin Jacquot, abbiamo optato per tecniche verticali, nello specifico Tenya, Kabura e Slow Pitch, nelle quali i francesi hanno dimostrato di avere una marcia in più, rendendo la giornata divertente e non priva di colpi di scena!
La pesca effettuata in scarroccio su e giù per le secche richiede una velocità di drift veramente minima, sempre al di sotto del nodo, e l’utilizzo del motore elettrico di prua è stato determinante per l’esito della pescata.
I nostri artificiali sono stati poi farciti con grossi gamberi e striscioline di calamaro battuto ed i pesci non hanno tardato a correre dietro alle nostre esche, nonostante le condizioni del mare non del tutto favorevoli. La sorpresa più grossa è stata una cernia di taglia, che ha letteralmente aggredito un Kabura in risalita, impegnando il capitano francese per diversi minuti, prima di riuscire a rompere il terminale sugli scogli. Le tanute sono state i pesci dimostratisi più agguerriti e costanti, regalandoci strike con pesci di taglia e colori sgargianti.