Tutto quello che c’è da sapere sulla pesca alla sardina
La sardina è una specie pelagica che forma banchi anche di grandi dimensioni, pertanto viene catturata con gli stessi strumenti utilizzati per le acciughe, cioè essenzialmente reti volanti e particolari tipi di reti a circuizione dette “lampare”.
Le zone di pesca più interessanti per questa specie sono il medio e basso l’Adriatico e la Sicilia. Le sardine pescate in primavera sono sicuramente più apprezzate, ma la pesca è praticata tutti i mesi dell’anno.
Come detto uno degli attrezzi più utilizzati per la cattura di questi pesci pelagici è la lampara. La pesca con la lampara viene effettuata da un’imbarcazione madre più grande e da altre (in genere 3 o 4) imbarcazioni satellite più piccole che sono trasportate a bordo durante i trasferimenti, e calate in acqua (di solito grazie a delle piccole gru) al momento della pesca. Come in altri tipi di pesca in cui la specie target è rappresentata da piccoli pelagici, anche in questo caso le fasi di pesca hanno inizio allorquando il banco di pesce viene individuato per mezzo dello scandaglio.
A questo punto vengono calate in mare le imbarcazioni più piccole che sono munite di potenti lampade (da cui il nome “lampara”) il cui scopo è quello di radunare il banco di pesce. Non è ancora ben chiaro se la luce attragga direttamente i pesci o le loro prede; sta di fatto che ogni imbarcazione raduna sotto di sé una porzione del banco di sardine.
Quando si ritiene che il pesce radunato sia sufficiente, ad un segnale convenuto le imbarcazioni convergono in un punto in modo tale da formare un unico banco di pesce, quindi spengono tutte le luci tranne una al di sotto della quale rimarrà tutto il pesce radunato.
A questo punto ha inizio la pesca vera e propria con la rete a circuizione che viene calata a circuire il pesce precedentemente radunato.
In particolare, un’estremità della rete viene tenuta da una delle piccole imbarcazioni, mentre la rete viene calata velocemente dalla barca madre. In acqua gli effetti contrapposti della lima dei sugheri e della lima dei galleggianti fanno sì che la rete costituisca un vero e proprio muro di sbarramento. In particolare, la spinta verso l’alto conferita dai sugheri è tale da mantenere la lima superiore sempre in superficie, onde evitare qualsiasi fuga dalla rete. Inoltre, così come i ciancioli utilizzati per la cattura di grandi pelagici, anche la lampara è una rete a circuizione “a chiusura”.
Una serie di anelli ferro è collegata tramite delle bretelle alla lima da piombi ad intervalli regolari; un cavo d’acciaio collegato a due grandi verricelli a bordo scorre all’interno degli anelli durante la calata della rete in mare.
Una volta circuito il banco di pesce, il cavo d’acciaio viene velocemente recuperato tramite i verricelli in modo tale da chiudere immediatamente la parte sottostante della rete formando una sorta di sacco e impedendo di fatto qualsiasi fuga verso il basso.
A questo punto, con l’ausilio di un potente verricello posto in alto (power block), inizia il recupero della rete; in questa fase le imbarcazioni più piccole agevolano il salpamento della rete, mantenendo la lima dei sugheri sempre in superficie per impedire qualsiasi fuga. La rete viene recuperata fin quando la saccata non viene a trovarsi al di sotto della fiancata dell’imbarcazione madre.
Il pesce è a questo punto portato a bordo per mezzo di grandi “coppi” o retini che convogliano il pescato direttamente alle celle di refrigerazione o ai contenitori con acqua di mare e ghiaccio. Questa tipologia di cattura spiega perché il pesce catturato tramite lampara abbia una qualità molto elevata; infatti, in tutte le diverse fasi, il pescato non è soggetto ad alcun tipo di stress meccanico e non viene in alcun modo manipolato.
Per l’impiego fondamentale di fonti luminose si può ben capire che questa attività di pesca non è attuabile durante le notti di luna piena, perché sarebbe difficoltoso radunare il banco di pesce. Inoltre per la tipologia delle imbarcazioni adoperate, è estremamente pericoloso operare questa tecnica di pesca in condizioni meteo-marine avverse.
Per quanto riguarda la pesca del bianchetto ovvero uno stadio giovanile delle sardine, questa può essere effettuata con particolari permessi esclusivamente con reti da traino, sciabiche da natante e reti a circuizione. Le zone e i periodi di cattura del bianchetto (in genere 60 giorni consecutivi da febbraio ad aprile) vengono annualmente stabiliti con Decreto Ministeriale. Il motivo per cui il periodo di pesca del bianchetto sia esclusivamente quello tardo inverno-primavera si spiega con il fatto che il picco riproduttivo della sardina si ha durante l’inverno, mentre il picco riproduttivo dell’acciuga (che ha come detto una taglia minima di 9 cm) e quindi la presenza di giovanili sotto costa, si verifica in estate.