E’ tempo di pelagici
L’estate cede il passo all’autunno, le giornate si accorciano e le prime piogge iniziano a raffreddare l’acqua, portando detriti ed aumentando l’ossigenazione. I primi pelagici iniziano ad accostare, è il momento di tentare l’imboscata!
TRAINANDO SOTTOCOSTA E NON SOLO
La tecnica migliore, ed indubbiamente quella praticabile dalla maggior parte dei pescatori, è la traina, disciplina per la quale con semplici canne ed una piccola imbarcazione si possono trascorrere giornate intere a caccia di pelagici di ogni genere.
Tombarelli, alletterati e lampughe faranno da padroni, con vere e proprie mangianze a pelo d’acqua e grossi banchi nella mezza profondità, dove solo il sapiente uso di piombi a sgancio ed affondatore sarà possibile averne ragione.
Andremo a cercare i pesci in movimento, lungo le batimetriche dai 18 ai 45 metri, con punte anche sui 70/80 metri ove possibile, aiutandoci con un buon ecoscandaglio e seguendo i gabbiani, tenendo sempre presente che con il sole alto questi pesci amano la profondità, mentre nelle fasi di alba e tramonto è facile incontrarli nell’immediato sotto costa.
ESCHE INFALLIBILI…
Una regola fondamentale nella traina mirata alla cattura di tunnidi è quella di accostare il più possibile le proprie esche al foraggio del momento, cercando di osservare durante le mangianze a galla oppure ispezionando le viscere di qualche preda, la presenza di calamaretti, krill, acciughe.
Generalmente i siliconici trainati a 3 – 4 nodi, sono da preferirsi, specie ragloo nelle misure 5,5 ed 8 cm e polipetti, meglio se piombati in testa.
Ottime le piume meglio se di colori scuri nelle fasi centrali della giornata e con il sole alto, meno versatili i piccoli minnow, graditi solo a giorni alterni e nelle fasi di alba.
…ED ASSETTI PERFETTI
Aver ragione di un banco di pesci in attività, riuscendo a portare a paiolo anche due tre pesci a passaggio, oltre che nella scelta dell’esca è anche frutto di assetti di pesca perfetti e tarati in funzione della velocità di traina e della profondità di pesca.
Partendo dal presupposto che non sempre mettere molte attrezzature in pesca può risultare vittorioso, ed a volte può divenire controproducente, la scelta di quante canne filare in acqua dipende innanzitutto dal tipo di imbarcazione e dal numero di portacanne a disposizione.
La copertura ideale dello specchio d’acqua prevede di filare almeno 4 canne, con distanze diverse, le esterne lunghe anche fino a 45 metri e le centrali corte dai 15 ai 25 metri.
Con un assetto del genere ci si previene l’incrocio durante le curve e si riesce a tenere sotto controllo sia l’altezza dove stazionano i pesci, sia la tipologia di esca di maggior gradimento durante la giornata.
A SUON DI CANNA E MULINELLO
La scelta dell’attrezzatura sarà orientata su canne paraboliche con azione 4/8 lbs, meglio se con mulinelli bobina fissa di taglia 4000/5000.
In bobina da preferirsi sempre il nylon nelle misure del 0,25/0,28, qualora la scelta ricada sul dynema bisognerà tenere presente che l’affondamento di questo filo è completamente diverso dal nylon e le velocità di traina saranno completamente sfalsate.
Pescando con attrezzature leggere sarà rigoroso usare la frizione al meglio facendo sfogare i pesci durante la prima fuga.
Una volta sotto bordo l’utilizzo di un robusto guadino per salpare i pesci preverrà rotture e spiacevoli sorprese.