Non chiamatela piccola traina costiera
Le lunghe giornate di luglio, il mare calmo e spesso l’acqua calda e velata sono lo scenario ideale per le sessioni di traina con artificiali nel sottocosta.
Tecnica per grandi e piccini, con poca attrezzatura e che richiede il rispetto di piccole regole base, saprà regalare a volte catture inaspettate, con carnieri sempre santificabili in tavola.
LA VITA NEL SOTTOCOSTA
E’ sbagliato pensare che i grossi pesci, e soprattutto pesci divertenti, vivano lontano dalla battigia ed in acque fonde.
Esiste un vero e proprio mondo sommerso che si muove nelle batimetriche tra i 7 ed i 15 metri, con predatori di tutto rispetto e centinaia di pesci di diverse specie insidiabili sportivamente.
La difficoltà però nella pesca nel basso fondo è rappresentata dall’uso obbligatorio di fili sottili e dalla quasi impossibilità nell’utilizzare piombature che farebbero sicuramente arrivare la lenza a terra, con la conseguente perdita di artificiale e calamento.
ASSETTI PERFETTI
Un’azione di pesca nel sottocosta che si rispetti si svolgerà con due, tre canne in acqua in pesca contemporaneamente. Le esterne pescheranno a 35 e 30 metri dietro la barca, mentre la centrale ad almeno 25 metri. Una buona regola, trovato l’assetto, può essere quella di mettere dei pezzettini di elastico sul filo per avere l’immediatezza nella calata dopo uno strike ed evitare pericolosi ingarbugliamenti.
La velocità di traina generalmente si assesta tra i 2.7 ed i 3.3 nodi, ma è bene sapere che ogni artificiale ha la sua velocità di traina ed è buona norma testare ogni artificiale a galla prima di filare lenza in acqua.
La presenza della corrente infatti, può modificare irrimediabilmente l’assetto delle esche, e senza una prova sarà solo fortuna avere ragione dei pesci. Generalmente, l’azione di pesca partirà nei pressi degli anfratti portuali snodandosi poi nelle zone di mare dove preferibilmente insistono scogli e posidonia.
PREDE AMBITE
Lenze in acqua, artificiali testati uno ad uno, velocità corretta, ma non succede nulla, eppure fino al giorno prima, proprio lì, in quel punto i pesci pullulavano. Cosa è successo? In una pesca come la traina costiera sono diverse le variabili che influiscono sulla presenza o meno di prede.
Innanzitutto, bisogna gettare un occhio alla marea, tenendo presente che spesso e volentieri i nostri piccoli pesci sono a loro volta prede dei pesci più grossi, come ad esempio i serra e le spigole. Pescando in fase di marea montante o a ridosso delle scadute, può succedere di fare degli incontri inaspettati e con un pizzico di bravura si può portare a paiolo anche una preda da lasciare ad occhi aperti il vicino di barca.
FILI AMI E CO.
Nella traina costiera sarà determinante la scelta dei monofili da utilizzare in bobina e degli artificiali.
Utilizzeremo dei mulinelli taglia 4000 caricati rigorosamente con nylon dello 0.20 meglio se di colore azzurro o arancio.
Per collegare gli artificiali utilizzeremo dei minuscoli slip da spinning e nel caso in cui gli artificiali debbano essere muniti di uno spezzone di filo, la nostra scelta ricadrà sul fluorcarbon nei diametri 0.16 e 0.18.
Il panorama degli artificiali in questo settore offre veramente una scelta vastissima. Nella nostra cassetta non dovranno mancare: ragloo di colore bianco, verde ed azzurro nelle misure 2,5 e 4.
Minnow senza paletta meglio se privati delle ancorette e montati con i mono ami, nelle misure 4 e 6 cm, piume di diverse dimensioni e colori.
Funzioneranno anche molto bene gli accoppiamenti misti, con ad esempio ragloo e piumetta, l’importante è, come detto in precedenza, testare ogni artificiale prima di allontanarlo dalla barca e soprattutto effettuare qualche passaggio con esche diverse su ogni calamento per verificare l’indice di gradimento dell’esca da parte dei pesci.
di Andrea Iacovizzi