DDL Made in Italy: i natanti potranno navigare nei Paesi UE
Dopo il fondo per la rottamazione dei piccoli motori marini a favore dell’acquisto dei propulsori elettrici, è stato votato oggi un altro emendamento al DDL “Made in Italy”. La Commissione Attività produttive della Camera, infatti, ha votato a seguito di un’iniziativa del Ministro Adolfo Urso, del Viceministro Edoardo Rixi e della Vicepresidente della Commissione, On. Ilaria Cavo.
È stata definita la documentazione che abiliterà i natanti – gli scafi di lunghezza inferiore ai 10 metri – a navigare anche in acque territoriali di altri Paesi europei, in modo particolare la Croazia, la Slovenia e la Grecia, ma non solo. In questi Paesi, infatti, durante la scorsa estate sarebbe stato precluso l’ingresso ai natanti, a cui, anzi, sarebbe stata richiesta l’immatricolazione, ovviamente con tutti gli oneri che questa genera.
COSA SERVIRÀ PER NAVIGARE DOPO QUESTO EMENDAMENTO AL DDL ” MADE IN ITALY”
Da ora basterà presentare alle autorità degli altri Stati UE l’attestazione dei dati tecnici dell’unità, DCI – Dichiarazione di Costruzione o Importazione -, insieme alla dichiarazione di possesso del proprietario autenticata dagli Sportelli telematici dell’automobilista (STA). Con questa documentazione, si permetterà alle autorità straniere di verificare possesso, nazionalità e caratteristiche del natante.
Inoltre, un’altra norma risolve il problema dei proprietari di natanti che hanno smarrito o non posseggono un titolo di proprietà. Se questi vogliono immatricolare l’unità sotto bandiera italiana, potranno produrre una dichiarazione sostitutiva di atto notorio – anche in questo caso con autentica degli STA. In questa dichiarazione il proprietario dovrà indicare data e luogo di acquisto e il venditore.
LE DICHIARAZIONI DEL PRESIDENTE
“Questi provvedimenti sono stati redatti su spinta di Confindustria Nautica e con il nostro coinvolgimento, e sono un altro tassello per la maggiore competitività della filiera nautica” – commenta il Presidente di Confindustria Nautica, Saverio Cecchi -. “Come ho sempre detto, al settore non servono proclami, convegni, piani, ma azioni concrete. Per questo ringrazio il Governo che sta dando all’Associazione nazionale di categoria risposte operative, come queste e come il decreto sui titoli professionali, con una unità di intenti – finora devo dire mai vista – da parte dei diversi suoi componenti e della maggioranza. Un ringraziamento particolare al Ministro Urso e agli uffici di Gabinetto e Legislativo del MIMIT”.