Avventure in altura
Giornate finalmente interminabili, acqua calda, alta pressione e bel tempo duraturo. Le canne e i divergenti hanno riposato per ore nell’attesa di questo momento, l’altura torna a turbare i sogni dei pescatori.
Ci sono tecniche, e il pescatore lo sa, per le quali bisogna aspettare un anno intero. Tecniche che regalano l’emozione della sfida uomo-mare prima della lotta pesce-pescatore: l’altura rappresenta per ogni pescatore sportivo il momento di incontro tra doti di navigazione, conoscenza del mezzo e sfida al limite dell’immaginabile.
ALTURA DI CASA NOSTRA
Parlando di altura e di divergenti vengono subito in mente le grosse barche oceaniche e i marlin da 1000 lbs. Pesci che saltano imbizzarriti mentre il “Mate” cerca di fermarne la corsa come un mandriano con un toro al lazo. L’altura mediterranea o meglio “italiana” differisce un po’ per tipologia di prede da quella oceanica, ma resta una tecnica per la quale affidabilità del mezzo, conoscenza del mare e della navigazione non possono essere tralasciate.
Il concetto di altura passa per batimetriche che partono da 500/600 metri, per superare anche i 1000. La distanza dalla costa, quindi, è sempre un fattore determinante per la buona riuscita della battuta di pesca, ma è la lontananza stessa a creare una netta linea di separazione tra pescatori e pescatori d’altura.
LA BARCA PER LA PESCA IN ALTURA
Una barca adeguata all’uscita in altura dovrà pertanto disporre, oltre che delle dovute dotazioni ed autorizzazioni di legge, anche di caratteristiche specifiche al fine di poter rendere la battuta di pesca sicura e proficua. La presenza di portacanne a bordo, sia a riposo che in pesca, dovrà essere esagerata, dove con esagerata intendiamo che per gestire 6/8 canne in pesca serviranno almeno 8-10 portacanne, meglio se con inclinazioni diverse e soprattutto dovranno essere almeno altrettante le postazioni a riposo.
Dovendo infatti percorrere sempre diverse miglia dalla costa con mare a volte non proprio calmo, tutte le attrezzature devono essere posizionate in modo da non danneggiarsi e non costituire pericolo per gli occupanti dell’imbarcazione.
PESCA IN ALTURA: L’IMPORTANZA DELL’ELETTRONICA
Dovendo navigare in sicurezza prima e pescare poi, l’elettronica riveste oggi un ruolo determinante nelle uscite in altura.
Passati gli anni del LORAN e risolto il dubbio che anche il miglior smartphone non possa in alcun modo sostituirsi a plotter e sistemi di navigazione professionale, bisogna fare una check list degli ausili indispensabili alla navigazione. Abbiamo provato a stilare un elenco di tutto ciò che diventa utile e di ciò che realmente non deve mancare a bordo:
– VHF: non per la semplice obbligatorietà di legge, ma un vhf (meglio se con ricevitore AIS integrato) da 25watts con antenna da 6db di guadagno, è l’unico modo per comunicare in sicurezza con altre barche e con eventuali navi sulla nostra rotta. Un controllo da parte di un tecnico con un rosmetro e non con la classica prova radio, ci tiene al sicuro da sorprese sgradevoli.
– GPS/PLOTTER: divenuto ormai un compagno di viaggio, un valido gps – magari abbinato ad un’antenna esterna – è il miglior modo per sapere dove si va. I moderni sistemi, poi, integrano la possibilità di controllare il meteo e di avere numerose funzioni come l’ais proiettato sulla carta, non dimentichiamo però che una tradizionale bussola ed una carta nautica devono sempre essere presenti a bordo.
– RADAR: se la navigazione è veramente “ALTA” l’acquisto di un radar diventa una scelta obbligata. Il costo oggi non proibitivo e la possibilità di avere anche un vero radar proiettato su un tablet, ci fanno capire che l’elettronica è divenuta di consumo. E’ inoltre uno strumento indispensabile in caso di nebbia e per tenere sotto occhio le navi intorno a noi.
– PILOTA AUTOMATICO: non è indispensabile, ma se c’è, lo skipper virtuale dà una grossa mano e soprattutto ci consente di risparmiare carburante sulle tante miglia percorse. Un sistema di bypass in caso di mal funzionamento va però previsto: rimanere senza timone a diverse decine di miglia non è mai piacevole.
– ECOSCANDAGLIO: in profondità non è fondamentale… Ma avete mai pensato che in realtà in altura interessano solo i primi 50 metri sotto la barca?
ASSETTI IN PESCA
Una barca d’altura che si rispetti, sia essa anche un gommone, deve avere la possibilità di mettere in pesca almeno 6 canne. Oltre ai classici portacanne vi sono alcuni accessori come i divergenti e i portacanne doppi e tripli indispensabili a raggiungere lo scopo. Vediamo l’uso dei primi e dei secondi e i possibili assetti di pesca, a seconda delle prede che andremo ad insidiare.
Con i semplici portacanne ad Y che consentono di sdoppiare un normale portacanne, sarà possibile mettere in pesca due canne con due inclinazioni diverse sulla stessa postazione. Una regola fondamentale sarà però quella di calare con attenzione le canne con i contametri e metterle a distanze di almeno 25/30 metri le une dalle altre sulla stessa postazione.
Un esempio? Se decidiamo di calare 4 canne lontane, metteremo quelle esterne laterali rispettivamente a 65 metri la destra e 55 la sinistra, per poi avere a 40 metri quella dritta a sinistra e a 35 quella dritta a destra. Chiuderemo l’assetto con una canna a 30 metri ed una a 15 centrale. Se invece abbiamo i divergenti, potremo mettere in pesca con facilità 3 canne per lato, alle classiche pinze però, per non avere sorprese, meglio se applichiamo degli elastici calibrati a fare da ammortizzatori. In un eventuale incontro con i rostrati, sarà il gioco dell’elastico a far rimanere allamato il malcapitato “pinocchio”.
PESCA IN ALTURA: ESCHE E PESCI
Il mondo degli artificiali d’altura è variopinto e variegato. Aeroplanini, teaser, spread bar, esiste una vera cultura e soprattutto il primo a rimanere incantato è sempre il pescatore, che finisce poi per utilizzare sempre le stesse esche. Facendo una grossa distinzione, possiamo sicuramente dire che nella traina a tonni ed alalunghe, la differenza la fanno i minnow palettati, la cui dimensione varia a seconda delle canne che utilizzeremo, ma soprattutto i colori variano a seconda delle giornate.
Non mancheranno mai nella cassetta del pescatore il viola nero, il cg, il testa rossa e lo sgombro, da utilizzare sempre ed indifferentemente dalle condizioni di luce. Colori accesi e fluo andranno solo in presenza di sole alto.
E per il rostrato? L’uso comune vede i rostrati vittimi di polipetti e piume dai mille colori, meglio se montati con un bird a fare da richiamo, ma nella pesca, forse, una vera regola non c’è. L’unica vera regola è provare e riprovare, dando sempre l’onore delle armi ai pesci sotto misura!