Che colpo di… spada – incontro inaspettato con un pesce spada
Sono le 20:35 di una meravigliosa serata di inizio luglio e in barca con “l’Americano” non l’esca ma Robert, un cugino che viene dal New Jersey, grandissimo bolentinista e praticante di traina d’altura oceanica.
In barca dopo un bolentino costiero durato tutta la giornata sul relitto “TONIA”, una barca affondata a poche miglia da Triscina, decidiamo di buttare in mare delle esche siliconate per la traina. Si passa e ripassa davanti al parco archeologico, certo che pescare con la visione dei Templi è affascinante, ma Robert è convinto che il Mediterraneo possa regalare prede di taglia anche a poche miglia dalla costa.
Ho provato a dissuaderlo, conoscendo quelle acque a menadito non avrei mai pensato di lasciarmi convincere a filare in mare 100 metri di 0,80 in nylon con a capo un’esca Gulp!!
Di certa provenienza americana, esche odorose che rilasciano ferormoni e a forma di crostaceo che Rob dice essere un’esca fenomenale per le grosse ricciole anche con il buio in quanto fosforescenti, calata senza alcun tipo di piombo o affondatore. Simpaticamente gli rido in faccia dicendo che in quel punto una ricciola non sosterebbe per neanche un minuto, vista la conformazione dei fondali e la scarsa presenza di prede. Rob insiste e cominciamo ad un’andatura di 3,8-4 nodi su di un fondale di circa 35-40 metri.
Ad un certo punto, quando meno te lo aspetti, il cicalino comincia a “cantare”, sarà una lampuga fuori periodo, mi chiedo, o una bella leccia…
Prendo la canna in mano e non sento più il pesce… Allora penso che era qualcosa di veramente grosso che è riuscito a slamarsi … pochi attimi per vedere un balzo fuori dall’acqua, è buio, ma il chiarore della luna ci fa intravedere il luccichio del fianco del pesce… ancora non si comprende che pesce sia. Mi alzo di scatto, mi avvicino alla poppa e mi sporgo quasi sul motore e ancora un altro salto per capire che il pesce che saltava era un PESCE SPADA! Increduli ma adrenalinici cominciamo a pompare sulla canna per avvicinarlo alla barca, temiamo di perderlo visto il rostro affilato dello spada ed il nylon che strofinava contro… appena lo portiamo sotto la barca, lo issiamo a bordo senza raffiarlo… (in realtà non avevamo raffi a bordo visto che andavamo per le occhiate e le spigole puntate).
Strano a dirsi ma in quella zona il pesce spada non se ne vedevano da tempo, i pescatori di palamito si spostano almeno a fondali mai più bassi di 50 metri. Dobbiamo ricordare che la batimetria di Selinunte degrada molto lentamente, i fondali sabbiosi a volte misti a fango hanno bisogno spesso di diverse miglia per cambiare batimetria nell’ordine di decine metri.
Fortuna o no, il pescespada ormai era a bordo e Robert è quasi diventato un guru della pesca, visto che è stato lui ad insistere a trainare … in realtà ho cercato di sfatare questo mito portandolo altre due volte sul waypoint, e in effetti non abbiamo avuto nessuna sensazione di ferrate.
In quella zona, comunque, si sono intravisti diversi pesci luna e tantissime sardine… sicuramente il povero pesce spada si era smarrito ed è finito tra le grinfie di Robert.