Comprare una barca: la perizia preacquisto
La perizia preacquisto, sia per il nuovo che per l’usato, riveste una certa importanza quando un armatore vuole acquistare un’unità, soprattutto da diporto.
Con questo approfondimento cercheremo di comprendere, seppur in linea teorica, in quali circostanze queste attività risultino efficaci e quali ulteriori elementi debbano essere considerati dall’armatore al fine di operare una corretta valutazione preliminare, utile alle attività peritali afferenti al preacquisto di un’unità da diporto usata.
Iniziamo dalla definizione della “perizia preacquisto” (nel mondo anglosassone meglio conosciuta come “pre-purchase survey”). Tale specifica attività peritale è storicamente condotta prima dell’acquisto dell’unità (sia essa nuova o usata, da diporto o mercantile) e dunque, solitamente, dopo la sottoscrizione di un preliminare di compravendita o di un M.O.A. (Memorandum of Agreement). Meno frequentemente viene svolta prima della sottoscrizione di questi importanti documenti.
Naturalmente, tali attività dovrebbero (il condizionale è d’obbligo) essere richieste e affidate a un Perito Navale riconosciuto e certificato, oltre che specializzato nel preacquisto.
Infine, ma non in ordine d’importanza, vale la pena ricordare che la figura del perito, oltre a dover essere individuata con criterio di competenza (più che di “convenienza”), debba essere terza, ovvero operare in chiave indipendente dalle parti. Fattore, quest’ultimo, non sempre garantito poiché, a tutt’oggi, avviene che il Perito venga proposto dal mediatore marittimo o dalla parte venditrice, con possibili conflitti di interesse.
Continuando la nostra analisi, sempre in linea di approssimazione, la perizia preacquisto – salvo specifiche richieste sia da parte dell’armatore, sia da parte dallo stesso perito – è un’attività tecnica che dovrebbe valutare, allo stato, tutti i c.d. assiemi costituendi il bene “nave”, ovvero scafo, macchine e allestimenti, rapportando, successivamente e attraverso l’elaborato peritale, le relative risultanze emerse durante la visita, offrendo così all’armatore una chiara valutazione, tecnica e di stato, relativa all’unità che intende acquistare. Il tutto, dandogli la possibilità di valutare non solo l’acquisto, ma anche la congruità tecnico-economica del prezzo richiesto e/o già concordato (e sottoscritto) in trattativa.
Posto cosa sia una “ideale” perizia preacquisto, andiamo ora a comprendere insieme quali criticità rendano frequentemente una perizia preacquisto spesso “mutilata” rispetto al suo teorico “buon fine”.
Un primo punto va ricercato, come anticipato sopra, nel criterio con il quale si individua il Perito da incaricare: il professionista dovrebbe anzitutto essere nominato con principi di competenza, terzietà e deontologia, prima ancora che con criteri di economicità o vicinanza geografica. L’obiettivo, soprattutto per valori di compravendita importanti, dovrebbe consistere in un’efficace e ragionevole attività peritale, piuttosto che nella sua mera esecuzione.
Il secondo aspetto riguarda i limiti, oggettivi e soggettivi, rispetto alle attività che realisticamente può effettuare il Perito. Ne elencheremo alcuni:
– Il perito, per quanto specializzato, competente e preparato, non potrà mai, da solo, essere in grado di valutare, visivamente e senza supporti strumentali, ogni eventuale criticità altrimenti non visibile e/o accertabile (proprio come un ortopedico, che richiede al radiologo una radiografia per accertare una frattura). Una puntuale attività di valutazione nel preacquisto non potrà che passare, in tutto o in parte, anche attraverso il supporto e l’attività di altri professionisti, ad esempio un motorista, un tecnico strumentista o un elettricista;
– Una perizia preacquisto, seppur programmata ed eseguita a regola d’arte, difficilmente può condensarsi in una giornata lavorativa, soprattutto per unità superiori ai dieci metri. Basti pensare in quanti assiemi (ma anche sottoassiemi) si compone un’unità, ovvero scafo, macchine e allestimenti. Una valutazione puntuale, eventualmente seguita da prove in mare, non potrà mai realisticamente richiedere meno di due o tre giorni di visita. Di contro, ovviamente, visite frettolose, magari compresse in una giornata o poco meno, e prive di esami strumentali, risulteranno limitate sia per il tempo a disposizione sia per le indagini realmente eseguibili;
– Non sempre (e soprattutto senza interventi invasivi e in assenza dei detti esami strumentali) sarà possibile individuare vizi occulti e/o eventuali altre criticità;
– La perizia preacquisto non rappresenta una certificazione “tout court” ma, semmai, una disamina tecnica dello stato dell’unità, al netto dei limiti e delle attività eseguibili dal professionista incaricato.
Esauriti questi due macro-argomenti, andiamo ora trattare brevemente due ulteriori temi, altrettanto importanti: il vizio occulto (con il concetto di cauto acquisto) e, infine, i costi che compongono l’onorario del Perito.
Relativamente al tema del vizio occulto (che in passato ho avuto modo di approfondire su questa rivista) e al principio del “cauto acquisto”, cercheremo ora di spiegare la corretta correlazione tra la perizia preacquisto e gli elementi che abbiamo appena citato.
Essenzialmente, la perizia preacquisto, oltre a costituire un ottimo strumento, ideale per valutare se procedere – o meno – con l’eventuale compravendita, rappresenta anche la miglior tutela per evitare un incauto acquisto. Questo proprio perché, nella compravendita di unità, non è raro imbattersi in contenziosi frutto di vizi, errori e omissioni circa il reale stato del mezzo, emersi dopo l’acquisto e riconducibili a terzi. Proprio per questo, nei limiti del possibile, una perizia preacquisto andrebbe sempre eseguita attraverso tali attività tecniche, con la massima coscienza e puntualità possibile.
In estrema sintesi, infine, andiamo ad affrontare il tema degli onorari afferenti all’eventuale intervento di un Perito per una attività di preacquisto, evitando di fornire fantasiosi tariffari, spesso reperibili online. Ciò detto, affronteremo alcuni elementi che dovrebbero essere oggetto di concreta valutazione rispetto al mero ed empirico computo economico.
Attraverso i punti che seguiranno, cercheremo dunque di comprendere quali fattori incidano sui costi relativi a una perizia preacquisto:
1) Riconoscibilità, esperienza, terzietà, abilitazioni e riconoscimenti ufficiali del Perito, oltre che expertise per tipologia di unità e costruzione;
2) Tipo di attività preacquisto richieste, eventuali prove in mare, ausilio di esami strumentali (e relative professionalità eventualmente coinvolte) o di laboratorio;
3) Tempi di visita, di viaggio (vacazione a/r, carburanti, pedaggi, mezzi di trasporto), eventuali pernottamenti, tempo di stesura dell’elaborato peritale finale;
4) Collocazione geografica dell’unità da visitare;
5) Valore della compravendita (e non il valore tecnico-estimativo, poi eventualmente valutato dal Perito).
Avendo velocemente enunciato, in questi cinque punti, alcuni importanti aspetti da tenere in considerazione, allorquando si valuta di contattare un determinato Perito, andiamo infine a vedere quali politiche economiche spesso vengono applicate nella quantificazione degli onorari.
Tra queste, si possono trovare computazioni basate sui metri lineari delle unità da visitare, oppure tramite costo orario o, ancora, tramite calcolo percentuale del valore di compravendita dell’unità.
Anteposti tutti questi importanti elementi e volendo dare al lettore anche un opportuno parametro di natura squisitamente economica, si possono pacificamente osservare fasce di costo che variano dai 500 euro ai 1.000-2.000 euro, fino a parcelle comprese tra i 3.500-4.000 euro.
In conclusione, al netto delle considerazioni esposte in questo articolo, la perizia preacquisto rappresenta, senz’altro, un importante strumento nella fase della compravendita navale, ma deve essere opportunamente valutato dall’armatore nei limiti ed entro le risultanze che questi intenda realisticamente ottenere, all’interno della sua specifica esigenza.