Stampaggio a iniezione RTM: la costruzione di particolari nautici in materiale composito
Oggi come non mai, risulta di fondamentale importanza produrre con elevati standard di qualità tenendo ben presente l’efficienza produttiva.
Nella nautica, è ormai ampiamente noto, si riescono a stampare le carene e le coperte – grazie all’infusione di resina sottovuoto – con ottimi livelli qualitativi ed ampi margini di risparmio (in termini di mano d’opera) per il cantiere costruttore.Per il rilancio del settore, è ovvio, è indispensabile produrre barche belle e buone, ma è altrettanto fondamentale che l’azienda produttrice abbia il proprio margine, indispensabile e propedeutico alla crescita del cantiere stesso.
Una barca, tuttavia, sebbene si tenda ad identificarla semplicemente con la carena e il relativo ponte di coperta, è in realtà composta da decine di particolari di misura più o meno grande che la rendono unica, diversa dalle altre, completa. Basti pensare ad una consolle di guida, o piuttosto ad un roll-bar, un portellone o una seduta.
Sono tanti i particolari di ogni imbarcazione ed ognuno di essi richiede lavoro, tempo e dedizione.
Una barca con un brutto cruscotto o con delle sedute di guida malamente rifinite, non ‘buca lo schermò si potrebbe dire…ed è così che talvolta, sento chiedere a qualche armatore (nel momento in cui solleva il cofano motori di un natante) : “…scusi, questo cofano non è gelcottato internamente ? “
Hanno ragione: oggi i motonauti richiedono sempre il massimo, ed i cantieri si devono adeguare!
Tuttavia è anche vero che le ore di lavoro che un cantiere spende sui particolari minori, talvolta, superano il valore economico del particolare stesso.
Mi spiego: per avere un cofano che abbia lo stesso grado di finitura sia nelle parti in vista che – contestualmente – nelle parti ‘non in vista’ significa spendere ( da parte del cantiere produttore ) ore ed ore extra per poter raggiungere quell’obiettivo. E tutto ciò, chiaramente, influisce sulla marginalità aziendale.
Da qualche anno, tuttavia, le aziende più lungimiranti stanno investendo in tecnologie: solo in tal modo, infatti, è possibile vincere la sfida lanciata dai motonauti ed offrire loro degli ottimi prodotti senza rinunciare ai fisiologici guadagni del cantiere.
Uno degli ultimi progetti di trasferimento tecnologico che ho affrontato, difatti, riguarda proprio questi aspetti.
Già da qualche mese, infatti, ho realizzato presso il Cantiere Navale Di Paola, insieme al suo titolare Gianfranco, un reparto di Stampaggio a iniezione RTM per far fronte prontamente alle improvvise ed esigenti richieste produttive di un mercato ancora instabile.
Ma che cos’e’ lo Stampaggio a iniezione RTM?
L’RTM (acronimo di Resin Transfer Moulding, ossia: trasferimento di resina all’interno degli stampi ) è una tecnologia a stampo chiuso, diversa dall’infusione, che permette di stampare con buoni ritmi produttivi ( e validi indici di produttività ) i particolari di piccole e medie dimensioni come per l’appunto: cruscotti, paioli, portelli, gavoni, sedute, divani, arredamenti, tetti, roll-bar.
Molti sono i vantaggi di questa tecnica, ne ricordiamo alcuni:
– Stampaggio rispettoso dell’ambiente (minore emissione degli elementi volatili nocivi in atmosfera)
– Spessori costanti degli oggetti prodotti
– Superfici rifinite sia esternamente che internamente
– Buon rapporto di vetro / resina
– Bassi livelli di materiali di scarto
– Elevati indici di produttività
– Produzioni più veloci
Relativamente all’ultimo aspetto (produzioni più veloci), mi preme sottolineare che un cantiere attrezzato con un impianto RTM si può permettere anche di avere meno magazzino.
In altri termini, grazie alla tecnologia, è possibile ‘varare’ una commessa improvvisa in quanto con questa tecnica non è necessario attendere i tempi tecnici (io li definisco tempi morti) dello stampaggio manuale, ma al contrario si può arrivare a sfruttare gli stampi addirittura fino a 3 stampate finite al giorno.