L’importanza della preparazione nella subacquea
L’importanza della preparazione nella subacquea. Come affrontare le immersioni in sicurezza.
C’è un momento, prima di ogni immersione, quando lo sguardo è in bilico tra la superficie e il mondo di sotto, quel momento in cui sei ancora fuori dall’acqua, ma sai che tutto sta per cominciare. È proprio quando ci si trova su quella linea di confine che tutto si ferma. Il respiro si fa lento, il battito si ascolta quasi da dentro. È lì che inizia davvero il viaggio: prima ancora di scendere sotto la superficie, bisogna scendere dentro se stessi.
Prepararsi a un’immersione non significa solo controllare l’attrezzatura, verificare la pressione delle bombole o pianificare la profondità e i tempi di fondo. Significa soprattutto ascoltare il proprio corpo, calmare la mente e sintonizzarsi con il mare. Perché il mare, come sappiamo, non perdona la leggerezza.
LA PREPARAZIONE NELLA SUBACQUEA: CORPO E MENTE
La preparazione fisica è la base. Una buona forma fisica garantisce un miglior consumo d’aria, più agilità in acqua e una maggiore resistenza alla fatica.
Ma la parte mentale è quella che spesso viene trascurata ed è proprio lì che si gioca la differenza tra un’immersione sicura e una potenzialmente rischiosa. Affrontare il blu richiede lucidità, gestione dell’emotività, capacità di reagire a imprevisti in ambienti non familiari.
Per questo, lavorare sulla propria resilienza mentale è fondamentale. Una mente calma è una mente che sa decidere. Una mente allenata sa distinguere la paura dalla prudenza.
LA PREPARAZIONE NELLA SUBACQUEA: TECNICHE DI CONSAPEVOLEZZA E CONCENTRAZIONE
Allenare la mente è tanto importante quanto allenare il corpo, soprattutto in un ambiente complesso come quello subacqueo.
Tra le pratiche più efficaci per sviluppare consapevolezza e migliorare la gestione emotiva prima di un’immersione, spiccano la respirazione consapevole e la visualizzazione mentale.
La respirazione diaframmatica è una tecnica semplice ma potentissima: consiste nell’inspirare lentamente dal naso, portando l’aria fino all’addome, trattenere per alcuni secondi e poi espirare in modo controllato dalla bocca. Ripetuta per almeno cinque minuti, questa pratica contribuisce ad abbassare il livello di cortisolo (l’ormone dello stress), a rallentare il battito cardiaco e a stabilizzare lo stato psicofisico. In questo modo, il subacqueo si prepara a entrare in acqua in uno stato di calma e piena lucidità.
Un’altra strategia utile è la visualizzazione anticipatoria. Consiste nel ripercorrere mentalmente ogni fase dell’immersione: dalla vestizione alla discesa, dalle manovre di compensazione ai movimenti sul fondo, fino alla risalita. Questo esercizio stimola la memoria muscolare, aiuta a individuare in anticipo eventuali criticità e rinforza la fiducia nelle proprie capacità. È come creare una “mappa mentale” che guida il corpo in modo più sicuro e naturale durante l’attività.
Infine, pratiche di meditazione, anche solo per pochi minuti, possono allenare la capacità di restare concentrati sul presente, riducendo il rischio di distrazioni e favorendo una risposta più pronta e razionale in caso di imprevisti.
IL SILENZIO CHE INSEGNA
L’acqua ci parla con il silenzio. E solo se siamo davvero presenti possiamo ascoltarla. Ogni battito, ogni movimento rallentato è un invito a rallentare anche per noi stessi. La consapevolezza, in immersione, non è solo una filosofia: è una forma di sicurezza attiva. Chi esplora il mondo sommerso sa che non ci si improvvisa subacquei. Servono rispetto, preparazione e ascolto. E se c’è un suggerimento che darei a chi vuole avvicinarsi a questo universo, è di prepararsi con considerazione e impegno.
Il mare, se ti sente pronto, ti accoglie e ti cambia.