L’altra “faccia” del Mediterraneo: a pesca in Marocco
Il Marocco, Stato al confine, bagnato sia dal nostro mar Mediterraneo che dall’Oceano Atlantico, è un luogo dalla cultura affascinante e dalle incredibili potenzialità di pesca… raggiungibile a poco più di tre ore di volo!
Analizzando anche solo il panorama italiano, senza voler quindi disturbare l’intero bacino mediterraneo, possiamo affermare che la nostra penisola offre scenari di pesca molto diversi tra loro, influenzati dal versante, così come dai canali che si creano tra le isole maggiori e minori, oltre che dalla conformazione del fondale, ricco di catene montuose e vulcani sommersi.
Tutta questa varietà, però, spesso distoglie la nostra attenzione da altre destinazioni, altrettanto alla nostra portata in termini di distanza, ma che potrebbero regalarci emozioni diverse e per certi versi più intense. Una fra queste è di sicuro il Marocco sul versante bagnato dall’Atlantico, zona di migrazione dei marlin bianchi, dove la stagione di pesca coincide con la nostra estate.
IL MAROCCO A TERRA E…
Con un volo diretto, partendo da tutti i principali aeroporti italiani, atterriamo a Casablanca in meno tempo di quanto possa impiegare un pendolare a Roma per andare al lavoro all’ora di punta. Da lì, prendendo un taxi in direzione nord, raggiungiamo in circa 30 minuti la località di Mohammedia. Si tratta di una città portuale, ma è anche una meta estiva di numerose persone benestanti marocchine, il che si traduce in un’ampia scelta di strutture ricettive, soprattutto per quanto concerne la ristorazione, con la possibilità al ritorno, da una lunga giornata di pesca, di poter spaziare tra fast food e ristoranti di alto livello, tutti molto curati, con servizio impeccabile e prezzi sotto la media italiana.
Il porto di Mohammedia ospita diverse barche attrezzate per la pesca ai white marlin, alcune destinate a un uso privato dell’armatore, altre organizzate per offrire un servizio di charter.
…IL MAROCCO IN PESCA
Salpiamo a bordo di “One More”, un Gamefisherman in legno, dell’armatore Laurent Sahyoun, world recordman, esperto conoscitore della zona e capitanato da Marco Canu, italiano di nascita, che da oltre vent’anni si dedica esclusivamente alla pesca dei rostrati, lavorando al comando di imbarcazioni nei migliori spot mondiali.
A bordo di questa barca, super attrezzata per la pesca dei marlin, sono presenti altri due membri dell’equipaggio, pronti ad assisterci durante le fasi di pesca, e non mancheranno tutti i comfort.
Percorrendo circa 50 NM, raggiungiamo lo spot ed entriamo nel vivo dell’azione di pesca: filiamo quattro esche in acqua che fungono solo da richiamo, non hanno cioè ami di nessun tipo, mentre a bordo sono pronte altre canne destinate alla cattura vera e propria, innescate con un’esca naturale.
Questa tecnica, chiamata Pitch Bait o Switch and Bait, ha il vantaggio di far mangiare l’esca a pesci che di solito tendono a colpire con il rostro, così da permettere un’allamata più sicura: più catture, meno slamate! Consiste nel controllare perennemente le esche artificiali in acqua, in attesa che si materializzi un marlin (o più marlin) in scia, intento a seguire e colpire i nostri richiami. A quel punto, al grido di “MARLIN MARLIN MARLIN!!!!” vengono velocemente sostituiti (switch) gli artificiali con una o due esche naturali, facendo in modo che il marlin resti in scia e vada a mangiare (…and bait).
Sono attimi di pura adrenalina, a partire dalle fasi di allamata, continuando con il combattimento con attrezzatura leggera che termina quasi sempre con salti spettacolari sottobordo e il rilascio dell’animale.
Qualche istante per festeggiare e complimentarsi per il gioco di squadra, e si torna subito in pesca per sfruttare il momento di attività… Non ci vorremmo di certo accontentare di una sola cattura, dato che il posto può regalare facilmente oltre 15 strike al giorno!