Pesca sub… ISTRUZIONI PER L’USO
L’estate è finita… ma ancora qualche temerario trova il tempo di andare al mare, a fare un ultimo bagno e di andare a pesca. Una delle attività legate al mare che ha il boom proprio in autunno è proprio la pesca subacquea. Considerato un vero è proprio sport, la pesca subacquea racchiude in se stessa potenza fisica, tranquillità mentale ed anche un po’ di furbizia.
Per diventare dei bravi pescatori subacquei inutile dire che c’è bisogno di tanto allenamento.
Pescare in apnea ha portato l’uomo a superare molte barriere sia fisiche che psicologiche. La pesca in apnea è una disciplina che ha gli albori già con la comparsa dell’uomo sulla terra, quando l’uomo si immergeva per procurarsi il cibo. Soltanto nell’ultimo secolo però questa disciplina si è evoluta grazie alle innovazioni portate nel campo della subacquea. Con l’avvento delle prime mascherine chiamate “facciali” l’uomo ha trasformato un metodo di caccia in un vero e proprio sport. Il fascino di questo tipo di pesca sta nel fatto che l’immersione si svolge tutta in apnea, cioè trattenendo il fiato cercando la preda e mettendosi al pari con essa. E’ fondamentale per il pescatore unire una distensione fisica con il rilassamento della muscolatura, che consente di diminuire il consumo di ossigeno, ad una concentrazione mentale per portare a termine l’azione di pesca. Ovviamente la soddisfazione non sta soltanto nella cattura della preda ma nel piacere di vivere il mare alla ricerca continua. Come diceva Massimo Scarpati, grande pescatore in subacqueo degli anni ’70, “per pescare un pesce devi pensare, vivere e muoverti come un pesce”.
Con cosa si pesca
La pesca in apnea viene praticata tramite uno strumento che è il “fucile subacqueo”, che diversamente dalle armi da fuoco utilizza la compressione dell’aria o la forza elastica del caucciù e della gomme come propulsore per scagliare contro la preda un asta che riporta al termine un arpione od una fiocina. Il fucile oleopneumatico utilizza proprio la compressione dell’aria ed è molto utilizzato per la pesca in tana. Il fucile ad elastico comunemente chiamato “arbalete” utilizza un elastico per scagliare l’asta; solitamente gli arbalete sono utilizzati nella pesca all’aspetto e all’agguato, avendo il pregio di essere molto silenziosi quanto precisi. Con l’arbalete vengono utilizzate delle aste di acciaio temperato dai 6 ai 7 mm, gli arbalete raggiungono anche i 110-130 cm di lunghezza, per utilizzarlo bisogna comunque avere una buona dose di esperienza e conoscere bene lo strumento.
Le Tecniche
La pesca in apnea ha diverse tecniche adatte ad ambienti ed a prede differenti: la pesca all’agguato, la pesca all’aspetto e la pesca in tana.
- La pesca all’agguato è una tecnica utilizzata soprattutto dai subacquei neofiti, i quali alla ricerca incessante della preda nuotano anche per diverse miglia al fine di trovarsi dinnanzi a prede che possano essere “degne” di sferrare il colpo. Ma la pesca all’agguato pian piano si è evoluta diventando un vera e propria arte, allora anche i pescatori più esperti utilizzano questa tecnica per ricercare le prede migliori. I pescatori più esperti si muovono sul fondale o in superficie in maniera fluida, quasi come se fossero dei pesci, ben nascosti magari da mute mimetiche che riportano i colori del fondale. Riuscire ad avvicinare il pesce è però prerogativa del pescatore esperto, mentre invece il neofita ha diversi limiti e deve contare solo sulla buona sorte. Probabilmente la pesca all’agguato praticata dai professionisti è la più difficile tra tutte le discipline. Per la pesca all’agguato è utile dotarsi di un fucile arbalete da 80-90 cm, che permetta una sicurezza nel centrare il bersaglio che garantisce comunque una buona manualità.
- La pesca all’aspetto consiste nel mimetizzarsi sul fondo, magari nascosti dietro qualche roccia, ed aspettare che le prede in posizione di tiro. E’ importante trovare il momento giusto, ci sono prede come la spigola che incuriosite dal pescatore si avvicinano posizionandosi proprio davanti il fucile permettendo cosi di poter catturare la preda. Generalmente è una tecnica che richiede molto allenamento, viene praticata su fondali importanti dai 15 ai 30 metri ed il pescatore deve avere una buona capacità polmonare per arrivare sul fondo scoccare l’asta, recuperare la preda e risalire. L’aspetto viene praticato perlopiù per la pesca alle cernie, dentici e grosse ricciole.
- La pesca in tana è mirata alla cattura di alcune specie il cui habitat tipico è in tane, ricavate in genere in anfratti di rocce sottomarine. Viene praticata su praterie di Posidonia, sui relitti o lungo costoni rocciosi dove le prede possono trovare rifugio. Spesso questa pesca è indirizzata a polpi, o alle cernie, una delle prede più ambite per il pescatore in apnea. La cernia una volta individuata e colpita si “intana”per cui il pescatore sportivo deve compiere uno sforzo enorme, cioè quello di recuperare la preda. Bisogna essere allenati ed avere una buona prestanza fisica, la cernia combatte con tutta la sua forza e non è semplice portarla fuori dalla tana. Spesso bisogna immergersi più d’una volta per portare a galla una delle prede che danno più soddisfazione.
LE REGOLE DA NON DIMENTICARE
In molti con l’arrivo della bella stagione si improvvisano “Pescatori” portando con sé l’attrezzatura minima indispensabile e tralasciando le regole ferree imposte dalle autorità al fine di evitare tragiche fatalità. Vediamo adesso quali sono le regole da tenere bene a mente quando si va per mare, ma soprattutto invitiamo i pescatori subacquei ad avere sempre buonsenso per evitare così di trovarsi in spiacevoli situazioni. Intanto è bene capire qual è l’età minima per potere praticare la pesca subacquea; in realtà non c’è un’età minima, sino al 2004 la legge 963/65 citava : “la pesca con fucile subacqueo o con attrezzi similari è consentita soltanto ai maggiori di anni sedici”.
Questa legge è stata abrogata nel 2004 e quindi non applicabile, resta in vigore però la norma che sanziona la cessione o il prestito di un fucile ad un minore di 16 anni. Pertanto si deve evitare di prestare attrezzi per la pesca subacquea a persone che non abbiano compiuto i 16 anni di età. L’attrezzature che un pescatore non dimentica mai sono la muta, la maschera, e pinne, la zavorra, il fucile ed il coltello. Ma ciò che è veramente importante per il subacqueo è la Boa-segnasub, ovvero una boa con una bandierina rossa con striscia bianca diagonale visibile a non meno di 300 metri. La boa di segnalazione non serve soltanto ad evitare sanzioni spesso superiori ai 1000 euro, ma serve a segnalare alle altre imbarcazioni la presenza del subacqueo.
Le imbarcazioni sono obbligate a tenere una distanza minima di 100 metri dalla boa, anche se spesso per ignoranza o per distrazione questa norma viene violata provocando incidenti mortali. La boa deve accompagnare il subacqueo se esso si immerge da terra, invece deve essere issata a bordo e deve essere ben visibile se il pescatore adopera un mezzo nautico come appoggio. L’entrata in acqua avviene o da terra o da un’imbarcazione; da terra bisogna conoscere le regolamentazioni comunali vigenti e sapere che non ci si può immergere con il fucile carico nelle spiagge affollate da bagnanti. Bisogna mantenere una distanza di almeno 500 metri dalla costa frequentata dai bagnanti per caricare il fucile. Se, invece, ci si immerge tra scogliere a picco il limite dei 500 metri si abbassa e dovremo mantenerci ad una distanza inferiore ai 100 metri a meno che non vi siano bagnanti in zona. Le zone di pesca devono essere conosciute e valutate; sono considerate zone di divieto i porti e le strutture portuali e tutte le zone di traffico nautico. Rientrano nei divieti anche i tratti di mare dove vigono i divieti di balneazione. Bisogna tenersi ad una distanza di almeno 100 metri da impianti fissi da pesca come reti da posta o da navi ancorate fuori dai porti. Ovviamente bisogna informarsi se il tratto di mare in cui si intende pescare non è sottoposto a nessun vincolo di protezione come aree marine protette, aree di tutela e parchi marini i quali sono tutti off-limits per tutti i pescatori subacquei.
La pesca, quando e quanto…
La pesca subacquea può essere praticata dall’alba al tramonto, è invece vietata la pesca notturna sia per la pericolosità ed il rischio di imbattersi nelle reti dei pescatori che per la scorretta pratica antisportiva. I limiti imposti sul pescato sono diversi; intanto bisogna sapere che il pescatore subacqueo può pescare soltanto pesci che superino le taglie minime e che non si possono prelevare molluschi (eccetto i cefalopodi: polpi, seppie e calamari), e i crostacei. Pertanto è vietata la pesca di aragoste, astici come la pesca delle patelle e cozze lungo la costa. I limiti di cattura sono di 5 chilogrammi complessivi, salvo preda singola di peso superiore, cioè diverse prede per un totale di 5 chilogrammi o in alternativa un solo pesce del peso superiore ai 5 chilogrammi. Ricordate, inoltre, che è assolutamente vietato vendere il pescato.
L’utilizzo del mezzo nautico
Come già detto, il mezzo nautico deve portare con sé una bandiera rossa con striscia diagonale bianca che indica la presenza del subacqueo in acqua. In più la normativa richiede la presenza di una persona che rimanga a bordo del mezzo nautico pronta ad intervenire in caso di emergenza. Per l’ancoraggio vige la normativa nazionale e se applicate quelle comunali, quindi il divieto assoluto di ancorare a 500 metri da spiagge o strutture balneari. Invece ci si può ancorare se in vicinanze di scogliere a picco sul mare. Ricordate che è assolutamente vietata la pesca con l’ausilio di autorespiratori. Inoltre, non dimenticate di avere a bordo una cassetta del pronto soccorso, in mare si sa, il rischio è sempre dietro l’angolo. Rispettate queste poche regole che potrebbero salvarvi la vita.