Il Senatore Ranucci ci spiega la prossima riforma della nautica
“L’industria nautica, in Italia, dà lavoro a oltre 18.000 persone. Più della Fiat in Italia. Con l’indotto, il settore arriva a creare ben 80 mila posti. Un Marina turistico genera complessivamente 90 posti di lavoro.” Questi i dati esposti dal Senatore Raffaele Ranucci (PD ndr) relatore del testo di revisione del codice della nautica. “Numeri che parlano da soli e fanno comprendere – prosegue ancora il Senatore nella sua dichiarazione – che la nautica italiana non è solo un patrimonio della cultura nazionale, ma un vanto dell’industria manifatturiera, un emblema del Made in Italy – ed incalza – Non è più un mondo lussuoso di cui fanno parte piccole elite, dato che appassiona oltre un milione di italiani, ma è una risorsa economica e occupazionale per il nostro Paese.”
La nautica va difesa come patrimonio economico e occupazionale ed è, dunque, in previsione una stagione di riforme per la nautica da diporto che contribuiranno alla ripresa dell’economia del mare.
Interventi già richiesti a gran voce da tutto il mondo della nautica, anche a seguito dell’ultimo Salone Nautico di Genova considerato un pò l’anno zero della nautica in Italia.
E proprio in quell’occasione Massimo Perotti, neo Presidente Ucina (Confindustria Nautica), ha lanciato un accorato appello a tutti gli operatori del settore e anche alla politica per salvaguardare il comparto.
Come sta rispondendo politica attraverso questo nuovo disegno di legge lo chiediamo ancora al Senatore Ranucci. “Intanto bisogna dire che c’è stata una presa di coscienza dell’importanza della nautica nell’economia italiana che non è un settore di lusso, ma è un settore che produce posti di lavoro.Ora siamo riusciti ad avere il registro telematico per le imbarcazioni e questo è già un passo. Ma il passo importante lo faremo con la revisione del codice della nautica che prevede non solo semplificazioni della burocrazia, ma anche semplificazione sulla navigazione e la possibilità di accesso alle aree marine protette.
E’ un dato fondamentale la conferma della riduzione dell’Iva al 10% per i posti barca siti nei Marina Resort approvata nel decreto sblocca Italia che equipara così le aree portuali di stazionamento alle aree terrestri come hotel o campeggi.”
Una vera rivoluzione che ci si augura possa essere l’accensione di un motore economico in ripresa che ha, ad oggi, anche la spinta politica. E tutti gli attori in campo hanno espresso soddisfazione per questo primo provvedimento, primo Massimo Perrotti ha dichiarato “sono passi importanti verso una nuova visione della nautica da diporto, quanto è stato fatto ne riconosce al nostro settore il valore strategico per il Paese. Ci aspettiamo che tutto ciò abbia un seguito immediato e che sia possibile affrontare la prossima stagione estiva con serenità”. Una serenità persa ormai da qualche anno, basti pensare che la nautica è passata dal fatturato di 6,2 miliardi del 2008 agli attuali 2,4 mld.
Trattando la nautica come un bene di lusso la politica ha avuto un ruolo fondamentale nella crisi del settore, ma su questo fine 2014 sembra ci siano dunque dei segnali concreti, come il progetto di snellimento burocratico, ascritto proprio all’interno della revisione del Codice “Abbiamo parlato di posti di lavoro e questo è il primo passo -afferma ancora il Senatore Ranucci- quindi l’altro passo è quello di avere dei contratti di lavoro unici all’interno ad esempio dei cantieri, oggi abbiamo 5 contratti diversi, questo genera confuzione e burocrazia.
La politica deve aiutare ad avere una amministrazione più snella che ci permetterà di acquisire rapidità sia per le concessioni ai cantieri, sia per le concessioni demaniali e anche l’allungamento di queste. Il provvedimento dovrà servire ad avere maggiore semplicità per chi vuole aprire marine turistiche piuttosto che le marine a secco.
La cosa importante è che c’è da parte di tutte le forze politiche la consapevolezza che è un punto della nostra economia che possiamo e dobbiamo rilanciare.
Io dico sempre che ci sono ottomila chilometri di coste: è come se avessimo una costa da Roma a Pechino, è senz’altro necessario puntare sull’economia del mare.”
Dunque sembra che la politica abbia anche percepito l’urgenza di un intervento di riforma che possa sbloccare la nautica. “Un lavoro comune di sensibilizzazione – ha proseguito ancora Ranucci – è stato fatto da tutti gli operatori del settore e da Ucina che hanno fatto capire alla politica cosa è la nautica, e finalmente c’è stata una presa di coscienza di tutti i danni che ha fatto la politica stessa ad esempio quando ha istituito la tassa di stazionamento. Bisogna capire che i controlli non devono più essere controlli punitivi, ma di sicurezza e i controlli fiscali dovranno essere più snelli anche grazie al registro telematico delle imbarcazioni. Mi auguro che per fine anno si possa parlare già di un nuovo codice della nautica perché le forze politiche sia al senato che alla camera sembrano coese. Bisognerà far fronte chiaramente al calendario parlamentare.” La delega al disegno di legge avrà durata di due anni riguarderà 3 punti fondamentali: regime amministrativo semplificato, sicurezza e sanzioni, ma non solo. “Sono previsti – spiega il Senatore- molti interventi come la semplificazione per i requisiti fisici, uditivi e visivi, per chi vuole prendere la patente e la semplificazione per le patenti da diporto. E’ anche previsto di riservare posti di transito per imbarcazioni con persone diversamente abili in modo da rendere il mare quanto più fruibile per tutti. Inaspriremo le sanzioni pecuniarie per chi arreca danni ambientali, per chi guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di droghe.”C’è in sostanza la voglia di salvaguardare la nautica “sana” e farla crescere, e dall’altra di difendere la nautica stessa.”Si,-conferma Ranucci- c’è voglia di vedere imbarcazioni e famiglie tornare al mare e a godere della barca e anche di incentivare le grandi imbarcazioni che oggi non si fermano più in Italia che invece portano ricchezza ai territori.”
Nautica e cultura è un binomio imprescindibile, ed ecco che si fa largo l’idea di promuovere non solo il porto, ma pacchetti turistici che consentano di far conoscere anche l’entroterra che è altrettanto ricco di bellezze storiche e paesaggistiche coniugate chiaramente al mare. “E’ importante – prosegue Ranucci- far capire che è bello non andare al mare solo per spostarsi da un porto all’altro, ma unire le bellezze dell’entroterra attraverso l’offerta turistica eccezionale che l’Italia possiede.”
Molte idee e la voglia di far tornare la grande produzione in Italia, “Ma l’obiettivo deve essere ancora più ambizioso -conclude il Senatore- Dovremmo puntare a fare del nostro Paese la base della nautica mondiale, facendo concorrenza agli inglesi, ai francesi e persino ai belgi” Non va dimenticato che l’Italia è storicamente un paese di navigatori.