Tutti i numeri del salone di Genova 2013
Lo scorso 6 Ottobre si è conclusa la 53° edizione del Salone Nautico Internazionale tenutasi a Genova.
Personalmente, come ogni anno, anche io non ho potuto fare a meno (altresì per ovvi discorsi di natura squisitamente lavorativa) di recarmi in pellegrinaggio verso la famigerata meta come tante centinaia di armatori, addetti ai lavori, curiosi e famigliole …
Ma come è stata l’edizione di quest’anno ?
Che effetti ha sortito sui visitatori ?
E soprattutto: qual è stata l’incidenza reale (che è ciò che poi a noi interessa prevalentemente) sul mercato della nautica da diporto ?
Beh, forse pensare di poter rispondere così presto ed in maniera circostanziata alle tre domande poste potrebbe suggerire un pizzico di presuntuosa pretenziosità ma, tutto sommato, leggendo quelli che sono stati i comunicati stampa ufficiali, possiamo tentare di suggerire delle indicazioni di massima ai nostri lettori.
Ebbene, come si legge dai dati ufficiali, gli espositori, le barche e la superficie espositiva non sono stati poi così pochi …
Nel relativismo di una situazione socio-economica profondamente cambiata – probabilmente – non è stata una manifestazione ‘senza smalto ‘ o – comunque – ‘dimessa’. Anzi …
I numeri ufficiali ci dicono che i 750 espositori hanno occupato quasi 200.000 metri quadrati di superficie, esponendo circa mille imbarcazioni.
Anche i visitatori, ancorché la fiera si sia sviluppata nell’arco di un numero di giorni minore rispetto alle scorse edizioni, ha registrato un afflusso considerevole: più di 114.870 i visitatori che hanno affollato la manifestazione e quasi 1200 le prove effettuate a mare.
Il riscontro, inoltre, secondo il campione intervistato è stato globalmente positivo e soddisfacente.
Tutto sommato, non dobbiamo dimenticare che il comparto nautico ha subito una contrazione in termini di fatturato (e proporzionalmente, riteniamo, di produzione vera e propria) che tocca punte del 60 %.
Per grandi linee, possiamo immaginare che l’industria nautica stia lavorando ad un regime che è appena poco più di un terzo rispetto a quanto avesse raggiunto negli ‘anni d’oro’ fino all’ormai lontano settembre del 2008.
In realtà, incontrando persone, addetti ai lavori, clienti e curiosi ho sentito tanti e diversi pareri discordanti.
C’era chi si riteneva tutto sommato soddisfatto e chi – invece – in maniera anacronistica ed un pò ostinata continuava a fare i conti con ‘la memoria’ evocando un Salone di Genova che non esiste più e che – probabilmente – non potrà (alla luce di un mondo totalmente rivisitato in termini economici e finanziari) mostrare i lustrini e le paillettes di non troppi anni fa ….
Per rispondere alla terza ed ultima, ma non per importanza, domanda che ci eravamo posti all’inizio di questo editoriale, dobbiamo – come al solito – ragionare secondo una nuova prospettiva. A mio parere, confrontarsi con numeri ‘a tre cifre’ non ha più alcun senso per la stragrande maggioranza dei cantieri espositori. Sommato tutto, e volendo essere intellettualmente onesti, una proiezione di vendita a due cifre sarebbe già un buon obiettivo per molti costruttori.
In realtà, come al solito, è sempre tutto estremamente relativo.
Esistono piccole realtà che con otto/dieci unità per anno di produzione riescono – se intelligentemente organizzate e sufficientemente snelle – a vivere in buona salute andando, in tal modo, avanti, anno dopo anno … Ed esistono, al contempo, cantieri che – trasportando sulle proprie spalle un modello organizzativo ‘pesante’ – non riescono anche con venti-trenta unità per anno di produzione a marginalizzare sulla propria attività.
Il problema, pertanto, non è legato al numero di barche vendute (o che si potranno vendere) grazie al Nautico. Certamente, i numeri di vendita – in valore assoluto – non sono poi così eclatanti ma non sarà questa l’esclusiva discriminante per la sopravvivenza dell’industria nautica.
Come sempre affermo, se saremo in grado di superare i vecchi schemi mentali – accettando con serenità che il momento storico a cui sempre ci riferiamo si è definitivamente concluso – riusciremo anche ad organizzarci meglio, affrontare in maniera più efficiente il momento attuale portandoci avanti – nonostante tutto – anno dopo anno seguendo la politica dei piccoli passi …