Tecnica bolentino leggero: per molti… ma non per tutti!
Il bolentino costiero è un “fondamentale” nella pesca dalla barca, assolutamente la pesca più praticata dai pescasportivi che amano il mare ed amano passare del tempo in barca. Spesso pochi metri di fondale, supporti nautici molto piccoli e attrezzature poco costose sono la base per il bolentino.
Ma poi siamo tutti in grado di pescare? Sappiamo riempire carnieri accettabili?
Filosofia di vita
Ad un certo punto la pesca diventa filosofia, lo sport si mescola alla voglia di scoprire, di capire quali sono i nostri limiti, capire la conformazione dei fondali e delle specie che lo abitano, delle correnti e delle condizioni meteo. Tutto questo ci rende componente intrinseca dell’ambiente.
Allora ciò che più conta è l’esperienza, la consapevolezza delle nostre azioni che possono portarci in banchina con dei carnieri ricchi di pesce. Il tutto nella conoscenza delle regole, rimanendo sempre entro i limiti legislativi che dettano un limite di 5 Kg pro-capite o di un’unica preda superiore ai 5 Kg.
La conoscenza dei fondali
Mappe nautiche ed ecoscandagli sono gli amici indimenticabili di ogni battuta di pesca. La conoscenza degli strumenti ci agevola nelle azioni di pesca, soprattutto nella ricerca dei migliori Hot-spot. E’ bene comunque andare sempre alla ricerca di nuovi punti, spesso dopo aver pescato su hot-spot conosciuti è facile che questi vengano “ripuliti”, allora è utile alternare la pesca su punti differenti dando a questi stessi la possibilità di ripopolarsi.
La tecnica
La tecnica del bolentino è molto semplice, in pratica dalla barca si “calano” in mare armamenti con 1-5 ami innescati con varie tipologie di esche. La lenza sarà innestata in un mulinello che viene montato su canne corte mai più lunghe di 2 metri (per avere azioni di pesca più fluide e semplici). I mulinelli a bobina invece permettono dei recuperi molto veloci.
Al tramonto o all’alba?
I momenti migliori per la pesca a bolentino costiero sono sicuramente le ore che precedono il tramonto, e le ore successive all’alba. Durante le ore più calde del giorno le prede si spostano verso acque più fresche. I pesci si avvicinano al sottocosta per nutrirsi, e una volta individuato un possibile punto interessante con il nostro ecoscandaglio, sarà più facile poterli individuare e “calare” in mare le nostre lenze.
Le esche
Sulle esche potrei scrivere un intero capitolo, intanto credo vi basti sapere che per riuscire ad attirare in pesce bisogna ricreare il circuito trofico della preda intorno al nostro amo. Avere una riserva di esche distinte è importantissimo. Molti pesci prediligono delle particolari esche in determinati periodi, poi da un giorno all’altro non mangiano più e bisogna inventarsi sempre qualcosa di nuovo. Avere con sé gamberetti rosa, molluschi come polpo a pezzetti o calamaro tagliato a striscioline, verme come coreano ed americano, o ancora muriddu o la sardina è importantissimo per alternare le esche e ricercare diversi tipi di prede”. Poi ancora il bibi oppure l’arenicola, esche diverse per prede diverse. Ma bisogna sempre averle con sé per non perdere “quell’attimo fuggente”.
Le prede
Le coste Italiane sono lunghe circa 7.400 Km e le prede del bolentino costiero non sono sempre le stesse. Bisogna distinguere su quali fondali si pesca, se sotto la nostra barca abbiamo roccia, sabbia, fango, posidonia o un fondale misto. La differenza dei fondale riesce a darci una multispecificità di prede che possono variare dalle boghe, alle perchie alle tanute saraghi e tordi su posidonieti. Pagelli fragolini, o gallinelle se siamo su fondali sabbio-fangosi o ancora scorfani, orate e grossi saraghi se ci troviamo su roccia.
Attrezzatura
I terminali spesso sono composti da 3 ami, la dimensione dell’amo varia dalla preda a cui ci indirizziamo, le misure vanno dal 12 al 6, ricordiamo che le misure degli ami vanno al contrario, cioè più alto è il numero più l’amo sarà piccolo. Gli ami vengono legati al “trave” con dei braccioli lunghi dai 20 ai 40 cm delle dimensioni di 25-30 mm. In bobina invece il trave sarà di 30-35 mm
In deriva o ancorati?
Le tecniche da adottare sono essenzialmente due, se conosciamo il fondale e sappiamo che il punto su cui peschiamo è ricco di pesce (vicinanza di relitti o di piattaforme) allora bisognerà ancorarsi, se invece i punti sono poco sicuri la batimetria è quella giusta allora converrà utilizzare un’ancora a pallone che ci permette rallentare il movimento della barca dettato dalla corrente. E’ importante avere con se un’ancora galleggiante perché permette un’ottima aratura del fondale da parte dei piombi provocando una nube di pulviscolo che richiamerà le prede.
Pasturare?
Molti pescatori ricorrono ad un metodo di pasturazione molto semplice, ovvero legare sulla cima dell’ ancora, ad un metro dal fondo, un sacchetto a rete pieno di sardine schiacciate che rilasciano in mare una scia odorosa che attira il pesce al di sotto della barca.